«Una partita difficile e spiazzante perché la destra non ha un progetto, è solo “cambiamento per il cambiamento”, senza direzione e segno, come sui temi ambientali: semplicemente nega e tace. E invece Bonaccini, dopo le prime fasi, è stato molto ricettivo sui temi ambientali tanto da proporre un piano di gratuità dei trasporti per i giovani fino a 19 anni, altro che autostrade». Silvia Zamboni, ex collaboratrice del manifesto da Berlino nei primi anni ottanta, è la capolista della lista «Europa Verde» a Bologna nelle Elezioni regionali di domenica.

Silvia Zamboni, Europa Verde

Zamboni, il voto di domenica è considerato da tutti sul filo. Facendo campagna elettorale che sensazioni ha?
È una campagna molto particolare perché non è fatta su progetti contrapposti. Noi di Europa Verde, come centrosinistra con Stefano Bonaccini, puntiamo sulla Green economy, sul rinnovare il Patto per il lavoro che ha fatto dimezzare la disoccupazione dall’8 al 4% in Regione. Di là c’è una candidata che vive all’ombra di Salvini, si punta solo a dividere le persone scaricando odio sui più deboli e non c’è una sola proposta per risolvere i problemi.

Voi, come Verdi, alla scorsa tornata elettorale non sostenevate Bonaccini.
No, avevamo partecipato alle Regionali con una lista composita. Ora il tema del cambiamento climatico è diventato centrale e noi siamo quelli che interpretiamo meglio le richieste dei ragazzi che anche oggi sono scesi in piazza per i Fridays for Future. Europa Verde alle Europee in Emilia-Romagna è andata molto bene, meglio della Sinistra: 3% di media con un 4,56% a Bologna e il 4% a Modena. Puntiamo ad eleggere almeno un consigliere.

A sinistra ci sono molte liste. L’Altra Emilia, Potere al Popolo e il «Partito Comunista» non appoggiano Bonaccini, contestandogli la continuità con le politiche nazionali e il no alla reintroduzione all’articolo 18. Voi sì.
Rispetto le posizioni di chi ha un approccio anticapitalista, ma l’articolo 18 è una questione nazionale. Questa volta dividersi a sinistra è sbagliato perché la possibilità che vinca la destra è alta e Bonaccini, dopo un approccio non semplice, ha introdotto molti dei nostri temi ambientali della transizione ecologica nel suo programma. È partito accogliendo la nostra idea di piantare 4,5 milioni di nuovi alberi – uno per ogni emiliano-romagnolo – per bonificare l’ambiente e combattere i cambiamenti climatici. E ora ha appoggiato l’idea dei trasporti pubblici gratuiti per i giovani. Certo, ci sono altri punti da discutere se si vincerà, ma la centralità dell’ambiente è evidente: dal piano trasporti al turismo sostenibile, dall’agricoltura e manifattura biologica all’economia circolare.

Lei ha una lunga esperienza amministrativa – assessore all’ambiente a Bologna, presidente del quartiere Reno – non pensa che il modello emiliano – che molti sostengono geneticamente modificato – debba essere quanto meno ripensato?
I problemi ci sono, a partire dal precariato ai part time involontari. Ma proprio il rischio di perdere ha fatto prendere coscienza a tutti di dover cambiare, a partire dalla transizione ecologica per combattere i cambiamenti climatici. Solo così rinnoveremo il modello emiliano.