Per la destra, l’interpretazione dei fatti successi nel fine settimana a Trappes, una cittadina di 30mila abitanti a 30 km da Parigi nel dipartimento delle Yvelines, è semplice: da un lato c’è il “lassismo” del governo Aurault che troverebbe giustificazioni “sociali” alle violenze urbane e dall’altro la crescita del “comunitarismo” musulmano. Il ministro degli interni, Manuel Valls (che è stato a lungo sindaco di Evry, un’altra cittadina della grande banlieue parigina) ha respinto entrambe le accuse. Valls, che non ha la fama di essere un “molle”, ha condannato le violenze “inaccettabili” e “intollerabili”, causate da “gente che non accettato il controllo di identità, il controllo da parte della polizia”. Per Valls i responsabili sono “una minoranza di piccoli delinquenti che vorrebbe imporre un’altra legge”, che “non possono venire confusi con l’immensa maggioranza dei nostri compatrioti musulmani”.

All’origine di tre notti di disordini, ormai “circoscritti” secondo Valls, c’è stato un controllo di identità di una donna con il niqab, il velo integrale, che è proibito per legge dal 2011. Questa legge era stata voluta dalla destra sotto la presidenza Sarkozy, ma il socialista Valls allora aveva votato a favore. La legge è controversa, considerata un’inutile vessazione nei confronti di una assoluta minoranza di donne velate. Il dipartimento delle Yvelines, una zona residenziale, è in testa per numero di controlli di polizia su donne con il niqab. Il velo integrale, una tradizione della penisola arabica, non è in uso nei paesi di origine della maggioranza dei musulmani francesi, ma si è trasformato in un emblema delle nuove forme di radicalismo religioso. La donna che ha subito il controllo giovedi’ a Trappes e suo marito sono due convertiti all’islam di data recente, un fenomeno che si diffonde tra i giovani francesi, pur restando assolutamente marginale. A Trappes sono presenti numerosi gruppi salafisti. Secondo la polizia, il marito ha reagito aggredendo un poliziotto. Ma secondo altri testimoni c’è stata una provocazione della polizia. La sera, alla fine del digiuno del ramadan, sono iniziati gli incidenti. 200-300 giovani si sono scontrati con la polizia, ci sono stati lanci di pietre, incendi di pattumiere e di pensiline di autobus. Gli agenti hanno risposto con i gas lacrimogeni e tiri di flashball. Un poliziotto è rimasto ferito, un giovane colpito da una pallottola di plastica ha perso un occhio. Su questo ultimo fatto il difensore dei diritti, Dominque Baudis, ha aperto un’inchiesta. La sera tra sabato e domenica sono state bruciate della auto anche nel comune vicino di Guyancourt, facendo temere un’esplosione come nel 2005. Ieri, 4 giovani arrestati sono stati giudicati per direttissima dal tribunale di Versailles, mentre il marito della donna velata sarà processato in settembre per l’aggressione del poliziotto: due sono stati rilasciati, uno condannato a sei mesi, il quarto ha scelto il patteggiamento.

Trappes non è la peggiore banlieue della regione parigina. In questa cittadina sono stati fatti molti interventi urbanistici e abitativi, i casermoni sono poco per volta sostituiti da case più basse. Nel 2011, Trappes ha vinto il premio della “città fiorita”. Ma la situazione sociale resta difficilissima, la disoccupazione è più del doppio della media francese (22,5% contro il 10%). L’idea di far fronte ai problemi delle banlieues con degli interventi per migliorare l’habitat mostra qui il suo limite e il lato negativo: molti abitanti temono di venire espulsi proprio a causa del miglioramento dell’offerta abitativa, perché gli affitti aumentano. A più di trent’anni dalle prime rivolte delle periferie urbane (l’esplosione del quartiere delle Minguettes a Vénissieux, nella periferia sud di Lione, nell’81, dopo fatti analoghi a Brixton, in Gran Bretagna), i problemi economico-sociali sono gli stessi, aggravati dalla crisi. La questione religiosa è venuta a sovrapporsi alla questione sociale. La recrudescenza degli atti di omofobia, il sentimento che questo problema non tocchi veramente la società francese, che ci siano due pesi e sue misure, contribuisce ad accrescere l’esasperazione. Gli abitanti delle periferie finiscono per essere presi in mezzo, senza che nessuno sappia dare risposte a una crisi economica e sociale che a volte si tinge di rivendicazioni di carattere religioso.