Tre anni dopo avere esordito con Alyam, alyam – capolavoro di «terzo cinema» espanso e febbrile – il regista marocchino Ahmed Al-Maanouni realizza nel 1981 Transes, che diventerà anch’esso un film faro del cinema arabo. Prodotta da Izza Genini e Souheil Ben Barka, è un’opera che si immerge con sguardo libero e pulsante nel documentario rifuggendone gli stereotipi per di-segnare dall’interno con passione sperimentale i canoni del film concerto nel seguire l’arte musicale del gruppo Nass El Ghiwane, «attori che cantano e suonano» esprimendo una narrazione poetica e politica legata alle radici culturali del loro Paese, il Marocco.

UN ESPERIMENTO che non poteva non entusiasmare un autore come Martin Scorsese: «Una notte in televisione vidi un film intitolato Transes. Rimasi subito affascinato dalla musica, ma anche dal modo in cui era concepito il documentario. L’intreccio di poesia, musica e teatro permette di tornare all’origine di ciò che è la cultura marocchina. I musicisti cantano il loro Paese, il loro popolo, le loro sofferenze. Quel film, da quando l’ho visto, è diventato per me un’ossessione». Ed è stato il primo titolo restaurato dalla sua World Cinema Foundation nel 2007. E sarà un’ottima scelta per iniziare il nuovo anno vederlo o rivederlo questa notte su Rai Tre (alle 04.15 all’interno di Fuori orario che lo propone in prima tv).

FILM CIRCOLARE, Transes, aperto e chiuso da uno stesso concerto dei quattro membri della band – nata nel 1971 a Casablanca e che nel 1974 perse uno dei fondatori, Boujemaa Hgour -, in un crescendo di estasi, musica, canzoni, battito dei corpi e delle voci restituito magistralmente da una macchina da presa sensuale e avvolgente che si muove attorno a loro sul palco. Un incalzare sonoro e visivo che dai concerti si espande e diffonde altrove: strade e zone popolari (filmate con fluidi cameracar), sala di registrazione, ambienti dove cogliere altri corpi in trance (fino alla scena più esplosiva del film che si concentra su un volto estatico preso e ri-preso «sospendendolo» in un ralenti «hard» e silenzioso) – e le onde sugli scogli che ritmano ulteriormente i passaggi.

Ma Transes è anche un film che si apre al passato storico del Marocco con inserti di guerra, colonialismo, repressione. Un film-mondo girato in diversi luoghi (i concerti sono stati filmati ai festival di Agadir, Cartagine e Parigi) che si fondono come se infine fossero uno solo. Un set senza confini che non siano quelli della musica e del cinema.