Il filo rosso parte da Palermo e arriva a Lamezia. A trent’anni dalle stragi di mafia e dall’uccisione di Falcone e Borsellino il Festival dei libri sulle mafie Trame, ritorna dal vivo legandosi a quei tragici giorni. Novantadue. L’Italia di oggi trent’anni dopo le stragi di mafia è il tema dell’undicesima edizione della kermesse lametina. Cinque intensi giorni, da oggi al 26 nelle piazze e nei palazzi storici di Nicastro, per ricostruire attraverso i libri date, volti, verità storiche e giuridiche. La «trattativa Stato-mafia», «tangentopoli», «mani pulite», la corruzione endemica nella società italiana, meriti e fallimenti dell’antimafia. Ripercorrendo le inchieste, le testimonianze e i depistaggi con le voci di chi questa storia l’ha scritta.

«IL FESTIVAL è un appuntamento ormai consolidato in un territorio che la mafia l’ha conosciuta e la subisce ancora», spiega il presidente della Fondazione Trame, Nuccio Iovene. L’evento si propone come un viaggio nel passato della storia patria per cercare di comprendere a che punto sia oggi la lotta alle mafie e quanto il ’92 abbia cambiato le sorti del Paese. In quel passato che ha cambiato ben poco e lasciato praticamente tutto immutato. «Approfondiremo i fatti di quella stagione con giornalisti, storici, magistrati, investigatori, uomini e donne dell’associazionismo per provare a capire i passi avanti compiuti e l’origine dei mali che ancora oggi dilaniano l’Italia. E mi riempie di orgoglio che questo ragionamento si faccia in Calabria, a Lamezia, terra che in quegli anni ha pagato un tributo di sangue altissimo. La stagione stragista prese le mosse da qui con la barbara uccisione nel gennaio 1992 del maresciallo Salvatore d’Aversa e della moglie Lucia Precenzano», conclude Iovene.

E QUALCHE MESE PRIMA, il 24 maggio 1991, erano stati uccisi a Lamezia, in un agguato di ‘ndrangheta, Pasquale Cristiano e Francesco Tramonte, dipendenti comunali in servizio nella raccolta dei rifiuti. Le indagini preliminari portarono ad un nome, ma due anni dopo la Corte d’Assise di Catanzaro concluderà per l’assoluzione piena dell’uomo, pur confermando la matrice mafiosa dell’agguato. A trent’anni di distanza, Francesco e Pasquale non hanno ancora ottenuto giustizia.

ANCHE NEL LORO NOME si svolgerà Trame che si conferma negli anni più che un festival, un’onda lunga di impegno civile che vive non solo a giugno, ma anche attraverso il presidio culturale del Civico Trame di Lamezia, la biblioteca della legalità e il progetto Trame 365, legato a scuola e formazione. Sono passati 11 anni dalla prima edizione, fortemente voluta dalla giunta del sindaco Gianni Speranza e dall’allora assessore alla Cultura Tano Grasso. Quest’anno l’ospite più atteso sarà Rosario Aitala, il giudice che deciderà il destino di Putin, incaricato di istruire il fascicolo sulle accuse di crimini di guerra compiuti dai russi in Ucraina. Insieme a lui, in questa edizione diretta da Giovanni Tizian, sono attesi Saviano, Bocassini, Gratteri e Stefano Massini. Il festival è promosso dalla Fondazione Trame, dall’Associazione Antiracket Lamezia Onlus e dalla rete Mani Libere in Calabria.