La parola «vendetta» si staglia a caratteri cubitali sulla rosseggiante palizzata di assi di legno che racchiude lo spazio scenico. Gli interpreti si presentano lì davanti sgambettando sulle note di un motivetto allegro, in una passerella da varietà d’antan. È l’imprinting che Declan Donnellan impone alla messinscena allegramente sgangherata de La tragedia del vendicatore di Thomas Middleton, autore elisabettiano di qualche anno più giovane di Shakespeare. Il regista inglese deve la sua fama soprattutto alla trasposizione in abiti contemporanei di opere scespiriane (l’estate scorsa avevamo visto a Napoli una non proprio memorabile versione di Pericle principe di Tiro ambientata in...