Venti giorni dopo, la stessa orrenda scena si è materializzata davanti agli occhi dei soccorritori di un barcone alla deriva nel Canale di Sicilia. Diciotto corpi senza vita erano ammassati nella stiva del peschereccio partito dalla Libia con circa 400 profughi e migranti a bordo e soccorso ieri mattina all’alba in acqua maltesi dalla marina dell’isola-Stato a 64 miglia dalla costa sud di Lampedusa. Morti per intossicazione da fumo, uccisi per asfissia dalle esalazioni di monossido di carbonio che riempivano gli angusti locali. Tra loro altre tre persone sono state trovate in fin di vita: un uomo è deceduto mentre...