«Non tutti pensano alla fatica del traduttore», ha scritto Luciano Bianciardi in una delle tante pagine che l’autore della Vita agra ha dedicato a quello che per lui è stato, più che un mestiere, un’ossessione. «Tradurre è un atto di resistenza», gli fa eco Franca Cavagnoli che così intitola e chiude un suo intervento in un volumetto uscito di recente da Mucchi (Una conversazione infinita. Perché ritradurre i classici?, a cura di Antonio Bibbò e Francesca Lorandini, pp. 253, euro 19). E davvero, di rado gli «utilizzatori finali», le lettrici e i lettori, si rendono conto della tenacia che richiede...