Un grande concerto in solidarietà con il Venezuela. L’Avana ha «accolto» così Roberta Jacobson, a capo della diplomazia nordamericana per l’America latina, in riunione a porte chiuse con la direttora della sezione per gli Usa del ministero degli Esteri cubano, Josefina Vidal.

Nessuna dichiarazione per la stampa su questo, solo «la volontà di mantenere la comunicazione» e la constatazione che i colloqui fra le due parti si sono svolti in un clima professionale. Nei nuovi incontri per il «disgelo» avviato da Obama, pesano però le sanzioni al governo socialista di Maduro, che fornisce a Cuba petrolio a prezzo solidale in cambio di medici e tecnici, e le consente di rivenderlo a un prezzo maggiore per alimentare la propria economia. E Fidel Castro ha inviato una nuova lettera di solidarietà a Maduro, dopo quella diffusa lo scorso 10 marzo. L’ex presidente cubano, denuncia «l’insolita politica del governo degli Stati uniti contro il Venezuela e l’Alba», l’Alleanza Bolivariana per i popoli delle Americhe, riunita ieri d’urgenza per affrontare l’attacco di  Washington a Caracas.

Nel messaggio, pubblicato sulla prima pagina del Granma – organo ufficiale del Partito comunista cubano – Fidel ricorda come l’Alba fu fondata da Hugo Chavez, «con il desiderio di condividere con i suoi fratelli dei Caraibi le enormi risorse economiche che la natura aveva dato alla sua patria natale». L’anziano leader rivoluzionario rileva anche che, per molto tempo, la ricchezza del petrolio venezuelano «è andata a finire nelle mani di potenti aziende nordamericane e di un manipolo di milionari venezuelani», mentre «la corruzione e lo spreco sono stati lo stimolo fondamentale della prima oligarchia di tendenza fascista, portata alla violenza e al crimine». Secondo Fidel, il popolo venezuelano «non ammetterà mai un ritorno al passato vergognoso dell’epoca prerivoluzionaria, che ha portato al saccheggio dei centri commerciali e l’uccisione di migliaia di persone».

Il governo Maduro «si è sempre dichiarato disposto a discutere in modo pacifico e civile con il governo degli Usa, ma non accetterà mai minacce ed imposizioni da quel paese». I singoli presidenti dell’Alba hanno già espresso solidarietà all’omologo venezuelano, ma ora cercano una posizione comune da portare al Vertice delle Americhe, che si terrà a Panama in aprile