Porte chiuse, rinvii. A scompaginare un quadro che cambia di ora in ora è una delle proposte del Comitato tecnico scientifico voluto dal premier Conte: “Evitare per 30 giorni manifestazioni, anche quelle sportive, che comportino l’affollamento di persone e il non rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro”. che potrebbero integrare il Decreto del 1° marzo e che sarebbero da adottare in tutto il Paese. A questo punto è possibile ipotizzare sviluppi e scenari clamorosi. Al momento l’ultima puntata dello scontro in atto nel mondo del pallone  è stata l’attacco via Instagram del presidente dell’Inter Steven Zhang al presidente della Lega Calcio, Paolo Dal Pino, definito «Il più grande pagliaccio che abbia mai visto», per non aver fatto giocare Juventus-Inter a porte chiuse, domenica scorsa. Il calcio italiano continua ad alimentare un rivedibile sceneggiato a puntate per l’emergenza Coronavirus che ha provocato il rinvio di quattro partite nel passato weekend, assieme a gare per decreto a porte chiuse, altre inspiegabilmente a porte aperte, come la semifinale di ritorno di Coppa Italia, Juventus-Milan che si gioca domani sera (ma che a questo punto potrebbe precauzionalmente essere rimandata9 e Napoli-Inter, giovedì, senza dimenticare che la Serie B, mentre i pezzi grossi di A si scornavano, si è giocata lo scorso fine settimana su tutti i campi, anche nelle regioni cerchiate con la matita rossa, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna.

AL CENTRO del ring c’è Juventus-Inter, partita scudetto che si sarebbe dovuta giocare lo scorso weekend a porte chiuse, poi rinviata, assieme ad altre gare del 26esimo turno, al 13 maggio, per la gioia juventina (cinque milioni di euro di incasso al sicuro per la partita) e la furia interista. Un rinvio (anziché la disputa delle partite a porte chiuse) deciso dalla Lega Calcio, d’accordo con le istituzioni governative e sportive – con la stessa Lega che si è trovata nell’impossibilità di collocare in qualche slot libero un altro recupero, Inter-Sampdoria (si sarebbe aperto uno spazio nel calendario solo se i nerazzurri fossero usciti in anticipo dalla Coppa Italia oppure dall’Europa League) -, che è stato seguito da giorni di litigi, pressioni di parte, tentativi di mediazione. Fino all’ultima offerta sul tavolo, dopo varie sessioni di Consigli straordinari, formulata da Lega e Figc, che avrebbe messo d’accordo tutti, tranne l’Inter, che ha chiesto alla Lega di recuperare prima la gara con la Samp: le partite non giocate lo scorso weekend saranno disputate dal 7 al 9 marzo, con slittamento del campionato di una settimana e chiusura il 13 maggio.

QUESTO sarà deliberato domani a Roma dall’assemblea di Lega, presenti i 20 presidenti dei club di Serie A. Dunque, recuperi nel weekend e turno successivo che slitta a maggio, un modo per tutelare – in parte, sono già dieci le gare rinviate in totale – la regolarità del torneo, con la supersfida tra Juve e Inter aperta al pubblico, lunedì 9 marzo alle 20,45, poiché il decreto governativo (ma potrebbe essere rivisto in base ai dati sui contagi nelle tre regioni) che impone di rinviare gli eventi sportivi in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto scadrà l’8 marzo. Insomma, il finale di una pessima sceneggiatura, mentre la Premier League, il torneo più ricco del mondo, è pronta in blocco a fermarsi o a giocare a porte chiuse, se si aggravasse l’epidemia in Inghilterra (che conta assai meno contagi e morti rispetto all’Italia) e il campionato svizzero ha deciso di fermarsi. Infine, in Spagna il ministro della sanità spagnolo Salvador Illa, chiede che gli incontri Valencia Atalanta di Champions League e Getafe Inter di Europa League, «si giochino a porte chiuse». Ma sono congetture che potrebbero essere spazzate via dalle decisioni governative.