Torna in edicola e in libreria la DC. Quella che ci piace, perché negli Anni ’30 inventò il format dei Comic Book inediti con «More Fun Comics», e poi Batman Superman e Wonder Woman. E che in Italia è stata sempre molto maltrattata, con «licenze poetiche» e cambi di gestione che ne hanno sempre inficiato la popolarità. Ora si cambia, perché da questo giugno 2020 il malloppo passa a Panini Comics, editore modenese di «Topolino», «L’Uomo Ragno», «Asterix» e altri best seller. Marco Marcello Lupoi, direttore publishing Panini, racconta questo passaggio epocale a partire dal pretesto dei super-eroi come metafora sempre attuale della società.

«I FUMETTI di super-eroi si sono prestati a questo più di altri generi, un po’ perché sono normalmente ambientati “qui e ora” e pertanto permettono d’incorporare qualsiasi tema del quotidiano, e un po’ perché trattando della lotta bene/male, giustizia/ingiustizia, possono andare a riflettere qualsiasi tematica». Per l’editor nato a Roma ma bolognese d’adozione, quella per gli american heroes è un lavoro matto e disperatissimo cominciato negli Anni ’80 tra le riviste amatoriali che hanno cresciuto due generazioni di editor e professionisti. «Per lavorare a una fanzine dovevi saper scrivere e avere una conoscenza diretta e profonda del materiale: non c’era Google per risolvere i dubbi o il web per consultare cataloghi e database. Occorreva una formazione solida, profonda. Io avevo una libreria piena di riviste americane sui fumetti, e poi saggi, storie, libri, tutto quello che poteva servirmi come documentazione. Nel presente le fanzine sono i siti sui fumetti, e sulla rete la conoscenza si autoalimenta: ogni nuovo sito o fonte d’informazioni attinge a siti esistenti e diventa la base di future escursioni nel web. Da un sistema chiuso ma ricco di competenze siamo passati a uno aperto dove risultano essere più sottili».

DOPO OLTRE trent’anni di super-eroi a colazione, pranzo e cena, saltano all’occhio differenze e affinità fra i due universi concorrenti sotto lo stesso tetto, DC e Marvel. «Ogni casa editrice ha un suo pantheon e personaggi con una loro storia e una evoluzione», spiega Lupoi. «Un tempo si sarebbe detto che gli eroi DC sono delle icone, delle divinità in terra, mentre quelli Marvel sono più umani e fragili, ma negli ultimi decenni il confine si è sfumato e ormai ogni eroe coniuga la grandeur dei suoi poteri con l’umanità della sua vita personale e interiore».

Wonder Woman ‘Verona’, di Milo Manara

UN AFFRESCO che nel tempo ha preso la forma di una grande soap-opera e che in un contesto come quello italiano a volte può complicare la vita al lettore. «Se le storie di super-eroi fossero in albi mensili di 100 pagine leggibili in qualsiasi ordine, sarebbero più facili da vendere. Ma non sarebbero più quello che vuole il lettore hard core. Ogni volta che negli States si prova a “normalizzare” lo stile di narrazione, il pubblico non segue. Bisogna alzare sempre le posta con saghe epocali e trasformazioni camaleontiche dei personaggi».
Ce n’è anche per chi liquida i super-fumetti come paccottiglia imperialista. «Penso si tratti di preconcetti slegati dalla storia e dalla realtà. Vogliamo dimenticarci le storie di Superman e Wonder Woman contro il nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale? I super-eroi americani hanno sempre rappresentato la lotta del bene contro il male, e a parte qualche storia di propaganda anti-sovietica negli Anni ’50 e primi ’60 sono stati sempre paladini degli oppressi, delle minoranze, senza mai prendere una posizione politica esplicita ma schierandosi sempre dalla parte giusta nelle questione controverse». Un approccio che in casa DC sta prendendo le forme dell’appoggio esplicito al movimento Black Lives Matter sulle piattaforme «social».

MA L’ATTUALITÀ preme anche su altri fronti, come quello del Covid-19. La pandemia che a marzo ha costretto la Casa madre americana a interrompere le pubblicazioni, ma per fortuna non sembra destinato a ripercuotersi sul rilancio italiano di Batman & C. «Da luglio le programmazioni di uscite regolari riprendono, quindi non vedo problemi a parte un salto di un paio di mesi impercettibile per i lettori italiani, dato che non siamo così a ridosso della produzione Usa», precisa Lupoi. «Diverso è il discorso su come si contrarrà il mercato del fumetto a stelle e strisce dopo tanti anni di crescita. Ma in quel senso non possiamo che stare alla finestra».
Resta spazio per un accenno a un piano editoriale davvero «storico»: «Merita una menzione l’arrivo di cartonati con la cronologia del meglio delle serie DC della «Bronze Age» e della «Silver Age» (Anni ’70 e ’60 rispettivamente). E anche un volume con l’«Hellblazer» di Garth Ennis, o la riproposta di «Crisi Sulle Terre Infinite». Chicche di un immaginario che non smette di mostrare i muscoli.