29 giugno, nuovo album di John Coltrane per la Impulse!. Una «fake new»? L’annuncio della Verve (ha rilevato l’etichetta neroarancio) è reale come il disco Both Directions at Once: The Lost Album: sette brani e circa 47 minuti nell’edizione standard. Quella deluxe offre altre sette tracce «alternate takes» (le due versioni in Cd o vinile, quella deluxe disponibile in streaming). Da dove arriva il «lost album»? La vicenda è quasi banale, risale all’intenso marzo 1963 in cui Coltrane era ingaggiato al Birdland di New York e impegnato in sala di incisione con Johnny Hartman. Registrato il 7 marzo, il disco con il vocalist fu preceduto il 6 da una sessione per quartetto, svoltasi nei «mitici» Van Gelder Studios ad Englewood Cliffs. John Coltrane (sax soprano, tenore), McCoy Tyner (piano), Jimmy Garrison (contrabbasso) ed Elvin Jones (batteria) lavorano sodo e registrano sette brani con alternate takes; non esistendo la registrazione su più piste (sperimentata dai Beatles nel 1964) un brano «difettoso» veniva integralmente reinciso.

L’album è, di fatto, pronto. Trane si porta a casa una copia dei nastri per riascoltarli, di quelli originali si perdono misteriosamente le tracce e nella convulsa produzione coltraniana del periodo nessuno ripensa al 6 marzo ‘63. 54 anni dopo la Impulse! contatta la famiglia Coltrane – il figlio tenorsassofonista Ravi collaborerà alla scelta dei brani da editare – per poter pubblicare il «lost album», dato che i nastri «casalinghi» sono in ottimo stato. È improbabile che la scaletta dei pezzi fosse stata già scelta nel ’63 e ci sono due nuovi brani senza titolo, un blues ed una forma canzone. In quei mesi Coltrane è in crisi con la moglie che abbandona nell’estate ‘63. In ambito di repertorio il sassofonista è in una lunga, creativa fase di passaggio, verso composizioni sempre più ampie e libere. Nel discograficamente denso ’63 si collocano il live Impressions, Ballads, Duke Ellington and John Coltrane ed il citato disco con Hartman.

Con il quartetto tutto procede a meraviglia almeno fino ad inizio 1965, dopo il fondamentale passaggio di A Love Supreme inciso nel dicembre ‘64. Poi la fascinazione per il free e la necessità di cambiare partner sonori porterà alla fine di quel gruppo che brilla di luce piena nel «lost album». Nel disco il quartetto lavora, oltreché su blues, su forme canzoni e standard piegati al modalismo: poche scale e relativi accordi su cui innestare una fluente improvvisazione. Come blues l’inedito Untitled original 11383 vede il sax soprano protagonista ed è arricchito da un brillante assolo con l’archetto di Jimmy Garrison. Lo Slow Blues (inciso nel 1957) è una lunga, fisica, sofferta meditazione sonora eseguita in gran parte in trio.

Per le forme canzone l’altro inedito Untitled Original 11386 ha il leader al soprano che cesella un tema dalla doppia scansione alternata. One Up, One Down è a tempo velocissimo, travolgente, registra fitti scambi tra sax tenore e batteria. Impressions è eseguito in trio «pianoless» e mostra la straordinaria capacità di Trane di suggerire le armonie costruendo soli a grande campata.

Due standard completano l’incisione: Nature Boy in versione modalizzata e in trio, costruita su un pedale; Vilia proviene dall’operetta La vedova allegra di Léhar, con Coltrane al tenore in un campionario dei suoi stilemi mentre Tyner sfoggia uno stile elegante incarnando il carattere brioso del brano originale. Non sarà il Santo Graal del jazz ma Both Directions at Once mostra il quartetto di John Coltrane all’apice del suo interplay, in cui ogni strumento è fondamentale nel gioco di squadra, spinto – oltreché da un leader sempre alla ricerca – dal torrenziale percussionismo di Elvin Jones.