Venti milioni di copie vendute nel mondo, un film diretto da Spike Jonze e scritto dall’autore di Ologramma per il re, lo statunitense Dave Eggers: Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak (storia e illustrazioni) può considerarsi un grande classico evergreen, che non ammette distinzioni di età fra i suoi lettori.
Torna in libreria con Adelphi (pp.44, euro 18, traduzione Lisa Topi), dopo che la casa editrice aveva già pubblicato la saga dell’orsetto inventata da Else Minarik Holmelund e Maurice Sendak. I due autori, oltretutto, hanno avuto in sorte la condivisione di uno strano destino: sono morti entrambi nello stesso anno, il 2012, lasciando completamente orfano quel «little bear» che avevano creato e difeso anche contro chi voleva che avesse fattezze antropomorfe.

Ultimo di tre figli, famiglia con origini ebreo-polacche, Sendak fin da bambino era un lettore accanito, dato che problemi di cuore lo costringevano a lunghi periodi di riposo e convalescenza. Ma la sua passione per l’illustrazione esplose dopo la visione di Fantasia di Disney. Eppure lo scrittore e artista ha sempre affermato di aver modellato i suoi mostri sui suoi stessi genitori e parenti, quegli immigrati di prima generazione polacchi, poco istruiti e disperati, dei quali lui – con i suoi occhi scrutatori – coglieva il lato grottesco.

La storia narrata nel celebre albo si sviluppa intorno all’immaginazione sfrenata di Max, bambino vivace che, in fuga da un rimprovero materno, reagisce creando una foresta abitata da esseri stravaganti e terribili, che gli mostrano subito orrendi denti e tentano di dissuaderlo dal rimanere nella loro terra con ruggiti spaventosi. Lui riuscirà a domare quel branco selvaggio, incoronandosi re e invitando quel  popolo per niente addomesticato a «scatenare un finimondo». Ma la nostalgia di casa e degli affetti lo ricondurrà fra le pareti della sua stanza da letto, dopo aver sperimentato l’anarchia totale.
Più volte, Maurice Sendak ha detto di non voler di mentire ai più piccoli: preferiva parlare delle loro paure profonde, mettendo in scena le «apparizioni dark» della solitudine.

Uscito in America nel 1963, In Italia Nel paese dei mostri selvaggi è stato pubblicato per la prima volta da Emme edizioni nel 1969. Quando venne proposto, suscitò perplessità e l’editore Harper & Row non capiva il motivo di quei disegni così grandi e soprattutto temeva che l’aspetto poco accattivante (tipico della tradizione yiddish) dissuadesse i genitori dal comprare il libro. In effetti, per i primi due anni, andò veramente così. Poi, tutto si ribaltò.