È di nuovo allarme per Villa Paolina di Mallinckrodt e per gli altri villini otto-novecenteschi di Roma, dopo che nei mesi scorsi la mobilitazione dei cittadini era riuscita a ottenere il congelamento di tutte le autorizzazioni edilizie che li minacciavano: il 28 dicembre scorso l’Assemblea regionale del Lazio ha approvato una norma inclusa nella Legge di Stabilità (numero 13, articolo 19) in cui dispone che gli ampliamenti previsti dal Piano Casa possono essere consentiti anche in deroga alla legge nazionale che limita le densità edilizie.
Cosa significa in concreto? La legge che limita le densità edilizie – un decreto, il 1444, che risale al 1968 – era stata applicata dal Comune di Roma – con l’impegno in prima persona dell’assessore all’Urbanistica Luca Montuori – per «scudare» i villini, e poter bloccare tutte le autorizzazioni: diverse centinaia quelle già depositate e in itinere, che minacciano di abbattimento o di deturpanti aggiunte di cubatura edifici di particolare pregio storico e artistico.
Un esempio per tutti, Villa Paolina di Mallinckrodt, nel quartiere Nomentano: risale agli anni Venti, e negli intenti dei costruttori che l’hanno acquistata dovrebbe essere tirata giù e sostituita con un palazzo di otto piani più due interrati.
Il congelamento delle richieste di concessione a costruire era stato concordato di fatto dal Campidoglio e dal ministero dei Beni culturali: il Soprintendente generale Francesco Prosperetti aveva messo al lavoro una commissione di architetti per porre il vincolo in tutta la città storica, includendo non solo i quadranti del centro di Roma, ma anche altri quartieri ugualmente ricchi di palazzine di valore storico, come Garbatella e Ostia.
La commissione ministeriale è già in azione da mesi, e grazie alla collaborazione di Italia Nostra, che ha fornito una mappa dei palazzi da salvaguardare, avrebbe già completato la ricognizione del Municipio II. Per il momento sono stati vincolati solo tre villini, nelle zone Trieste ed Esquilino.
I vincoli del ministero sono importanti perché di fonte statale, quindi molto «protettivi» rispetto agli edifici: ma perché vengano concretamente apposti sull’intera città si dovrà ancora aspettare, mesi se non addirittura anni.
Nel frattempo l’improvvisa accelerazione al Piano casa impressa dalla Regione Lazio in dicembre rischia di mandare tutto all’aria, permettendo di sbloccare a breve le autorizzazioni a costruire che minacciano i villini.
Diversi comitati, a partire da quello che difende Villa Paolina, fino alle associazioni di Piazza Caprera, Trieste, Nomentano, e Cittadinanzattiva, hanno presentato un esposto urgente indirizzato al ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli, al governatore Nicola Zingaretti e alla sindaca Virginia Raggi, in cui chiedono: 1) al Presidente della Regione Lazio di annullare l’articolo 19 della legge di Stabilità regionale; 2) al Comune di Roma insieme al II Municipio di opporsi anche in sede legale all’applicazione del suddetto articolo 19; 3) al Ministero dei Beni culturali insieme alla Direzione generale e alla Soprintendenza speciale di decretare immediatamente il vincolo paesaggistico che è già pronto per il II Municipio.
I comitati hanno scritto anche al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e alla ministra degli Affari regionali, Erika Stefani, chiedendo di «impugnare la legge di Stabilità della Regione Lazio al prossimo Consiglio dei ministri, al fine di poter tutelare l’identità e la bellezza della città storica di Roma».