Torna in ballo la rata dell’Imu
Conti pubblici La Ue peggiora le previsioni su deficit e Pil, e il commissario Olli Rehn avverte l'Italia: «Qualsiasi modifica alla manovra non aggravi i costi». Intanto il ministro Saccomanni ammette che «per la casa sarà difficile trovare le coperture». Brunetta (Pdl) subito all’attacco, con sarcasmo: «Ci fa tenerezza»
Conti pubblici La Ue peggiora le previsioni su deficit e Pil, e il commissario Olli Rehn avverte l'Italia: «Qualsiasi modifica alla manovra non aggravi i costi». Intanto il ministro Saccomanni ammette che «per la casa sarà difficile trovare le coperture». Brunetta (Pdl) subito all’attacco, con sarcasmo: «Ci fa tenerezza»
L’economia italiana resta sempre appesa a un filo, e ieri sono arrivati i calcoli della Commissione europea, che hanno raffreddato gli ottimismi del governo. Il deficit dei conti pubblici quest’anno non si attesterà al 2,9%, come prevede l’esecutivo, ma arriverà al 3%; allo stesso modo, l’anno prossimo, invece del 2,5% avremo un 2,7%. Ma nulla di male, per chi ha l’ansia da contabilità: tutto sommato si resta entro il 3%. Peggiori appaiono piuttosto i numeri relativi alla disoccupazione, che confermano le cifre allarmanti diffuse dall’Istat solo due giorni fa. E il commmissario Ue Olli Rehn, invitando a vigilare sul deficit ha avvertito: «Qualsiasi cambio alla legge di stabilità, dovrà trovare coperture credibili».
I senza lavoro purtroppo continueranno ad aumentare, e l’occupazione subirà nuove contrazioni: i disoccupati toccheranno per la Ue il picco del 12,4% nel 2014 (stima anche dell’Istat), per poi scendere al 12,1% nel 2015 (che resta una cifra altissima, se pensiamo che prima della crisi erano ben meno: al 6,7% nel 2008; al 7,8% nel 2009; tanto per fare due esempi). Gli occupati, specularmente, scenderanno pesantemente quest’anno (-1,6%), per tornare a crescere, seppure flebilmente, nel 2014 (+0,2%) e 2015 (+0,5%).
Male anche il Pil, pure in questo caso corretto al ribasso (rispetto alle previsioni del governo), come ha già fatto l’Istat: -1,8% quest’anno (cifra che l’esecutivo ha già fatto sua), +0,7% nel 2014 (mentre il governo parla di un ben più roseo +1,1%, che sforando l’1% soddisferebbe una «soglia psicologica»), +1,2% nel 2015. Record anche per il debito, secondo la Ue: arriverà al picco del 134% nel 2014, per poi riscendere al 133,1% nel 2015.
Quanto alla discrepanza di ben 0,4 punti rispetto alle previsioni per la «ripresa» del 2014, già a fronte dei dati Istat il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni aveva ipotizzato che fosse dovuto a un calcolo diverso sulle dinamiche del rimborso dei crediti della pubblica amministrazione. «Giustificazione» che Palazzo Chigi ha utilizzato anche ieri per spiegare il gap.
Intanto ieri si è sviluppata anche una nuova polemica sulla seconda rata dell’Imu. La cui cancellazione resta ancora da coprire, all’interno della legge di stabilità. «Non sarà facile » evitare la tassa, ha detto il ministro, «ma si può fare». «Il mio slogan preferito è che non faccio annunci di politica fiscale prima che le decisioni siano state assunte – ha detto Saccomanni a Sky Tg24 – Il reperimento delle risorse, come sempre detto fin dall’inizio non è cosa facile. Si tratta di trovare un consenso politico se si vuole intervenire in un modo piuttosto che in un altro e naturalmente con il passare del tempo le opzioni disponibili si riducono. È una soluzione non facile».
Subito, polemico, ha replicato il capogruppo Pdl alla Camera, Renato Brunetta, via tweet: «Continua a destare tenerezza l’arrampicarsi sugli specchi di Saccomanni – scrive – Ieri su congiuntura, oggi su copertura Imu. Gli siamo vicini».
Male infine anche il fronte delle entrate dello Stato: il gettito dei primi 9 mesi del 2013 si è ridotto di 895 milioni di euro rispetto a quello dello stesso periodo del 2012. L’incasso di questi primi nove mesi è di 291,504 miliardi di euro, e il calo registrato è pari al -0,3%.
Molto pronunciato, in particolare, il calo del gettito Iva: dovuto, come si può immaginare, al raggelamento dei consumi. Tra gennaio e settembre di quest’anno, le entrate Iva sono risultate pari a 75,079 miliardi di euro: -3,697 miliardi rispetto ai primi 9 mesi del 2012, con una diminuzione pari al -4,7%.
Migliora il fronte della lotta all’evasione: da inizio anno, gli incassi ammontano a 5,252 miliardi (+50 milioni di euro, pari a un +1,% rispetto allo stesso periodo del 2012). In rialzo anche le entrate relative ai giochi: sono risultate pari a 9,56 miliardi di euro, in rialzo dello 0,7% (+71 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo del 2012: considerando solo le imposte indirette, il gettito di Lotto, lotterie e delle altre attività di gioco è di 9,314 miliardi di euro (+120 milioni di euro, pari a +1,3%).
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