Tra la sinistra monfalconese le telefonate si susseguono, nella sede dell’Anpi si scambiano pacche sulle spalle: in biblioteca comunale, tra i giornali dell’emeroteca, il manifesto è ricomparso! Da un paio di giorni è questa la voce che circola.

Una storia surreale che va avanti da tre anni. Con la svolta a destra della cittadina dei cantieri, eletta sindaco la leghista Anna Cisint, dall’emeroteca comunale scompaiono sia il manifesto che l’Avvenire. «Una decisione puramente economica» risponde la neosindaca a chi l’accusa di aver voluto censurare testate non gradite. Se è solo questione di soldi, si può rimediare e la gente si mobilita, fino ad una cena di raccolta fondi che permette di rinnovare gli abbonamenti.

Da quel momento, però, la vicenda delle testate scomparse assume toni fantozziani. I soldi ci sono ma nessun ufficio comunale li vuole, gli abbonamenti vengono rinnovati ma i giornali non arrivano, passano i mesi ma in emeroteca a Monfalcone manifesto e Avvenire continuano a mancare.

I giornali, quei due giornali, ad un certo punto appaiono nella casa di riposo comunale: perché? boh, dice che piacciono di più ad un pubblico adulto. Dopo un paio di mesi scompaiono anche da lì, sembra per un problema irrisolto di a chi spetti l’onere di recapitarli: i messi comunali lì non ci vanno così per un poco tocca al personale, qualche volta a qualche parente, perfino all’edicolante che alla fine, così si vocifera, manda tutti a quel paese. Un delirio.

È l’ottobre del 2018 e la sindaca Cisint fa una dichiarazione che spiega molte cose: «Non si è ritenuto opportuno proporre una soluzione in biblioteca, che deve restare luogo di cultura e non di confronto politico. Per non fare torto alla gentilezza di chi ha acquistato gli abbonamenti, li abbiamo messi a disposizione in casa di riposo ma poi, per non offrire motivi di ulteriore strumentalizzazione di un caso montato sul nulla, da domani quegli abbonamenti saranno consultabili liberamente da tutti i cittadini all’Urp, in Municipio».

Si dà il caso, però, che lo sportello dell’Urp sia nel piccolo atrio del Municipio e si dà un’occhiata al giornale stando in piedi tra la porta d’ingresso e l’ascensore. Non può durare. Dopo qualche settimana, infatti, siamo di nuovo a testate scomparse.

Anche stavolta, quindi, meglio assicurarsi per bene di come stanno le cose. Diciamo che sì, un passetto c’è stato, ma qualche metro di strada resta ancora da fare. Qualche metro di corridoio, per la precisione: quei quindici metri che separano gli scaffali dell’emeroteca con il bancone degli addetti al prestito. Perché è vero che il manifesto è di nuovo in biblioteca ma non è vero che si trova con tutti gli altri quotidiani. Il personale dietro al bancone ve lo porgerà con un sorriso ma se non lo chiedete non lo potete leggere. Può restare visibile con tutti gli altri quotidiani in emeroteca, certo: basta dimenticarsi di restituirlo al bancone del prestito, tanto il manifesto è abituato a contare sui singoli! Comunque dai, un passo c’è stato e l’attuale abbonamento garantisce una copia quotidiana fino primavera. Poi, ancora come sempre: verificare e non mollare. Magari alla fine vinciamo.