L’appellativo «città laboratorio» è un’etichetta ormai storicizzata per Torino. Ma, ora come ora, il capoluogo piemontese stenta a rivelarsi come tale, fermo in un’impasse cronica tra mancanza di vocazione e costante crisi d’identità. Non è più da tempo una factory town ma non sa ancora che sarà del proprio futuro. Quello imminente su cui si devono confrontare le prossime elezioni comunali, che si dovrebbero svolgere in tarda primavera ma molto più probabilmente si terranno a inizio autunno. E segneranno il dopo Appendino: una breve parentesi amministrativa mossa da grandi speranze ma segnata da delusioni. Al di là dei processi giudiziari...