Dalle lontane province ha vissuto con la macchina da presa in mano, viaggiando, esplorando, incontrando, amando, leggendo, scrivendo (bisognerebbe pubblicare i suoi scritti). Fortunatamente non appartiene al cosiddetto «cinema italiano» ed è felicemente distante, apolide, libero, capace di inventare un intero mondo dai passaggi senza confini e barriere, di invitarci costantemente al viaggio in molteplici vite.

Non si può pensare a Tonino senza il rapporto fisico, amoroso, che instaura col mondo, le persone e i volti, la natura e i paesaggi, le città e le strade, mentre la vita scorre come set da inventare: puro e permanente accadere, tempo vissuto e tempo costruito, intessuto di spostamenti, deviazioni, incontri, derive, epifanie del momento e del movimento. Ma anche letture di grandi testi classici, libri spesso tenuti in mano dagli attori.

E naturalmente proprio le performances di attori e di attrici, innumerevoli creature che magicamente si sono donate al suo cinema di possessione e di incantesimo, di svelamenti e illuminazioni, di meraviglia e di stupore. E quindi la musica…

dal volume Tonino
De Bernardi di Alberto Momo con la collaborazione
di Grazia Paganelli