«Tina», scritti di un autore-collettivo per ripensare l’abisso in 7 giornate
I Circa 150 fra scrittrici e scrittori, illustratrici e illustratori hanno realizzato il mosaico di racconti che compone il libro Tina, Storie della grande estinzione. Pubblicato dalla casa editrice Aguaplano […]
I Circa 150 fra scrittrici e scrittori, illustratrici e illustratori hanno realizzato il mosaico di racconti che compone il libro Tina, Storie della grande estinzione. Pubblicato dalla casa editrice Aguaplano […]
I Circa 150 fra scrittrici e scrittori, illustratrici e illustratori hanno realizzato il mosaico di racconti che compone il libro Tina, Storie della grande estinzione. Pubblicato dalla casa editrice Aguaplano di Perugia, il volume nasce dal progetto di blog La grande estinzione, per un romanzo diffuso dell’Antropocene di Matteo Meschiari e Antonio Vena, che sono anche i curatori e coordinatori dell’opera.
L’AUTORE-COLLETTIVO ha preso il nome di Tina, allo stesso tempo un omaggio a Tina Michelle Fontaine, giovane ragazza scomparsa di una minoranza nativa del Canada, testimone di un mondo indigeno sempre più minacciato e l’acronimo di There is No Alternative (non c’è alternativa), il motto tanto cinico quanto disfattista utilizzato dai conservatori come Margaret Thatcher «per giustificare il regime neoliberista che ci ha condotti sulla soglia dell’abisso, alla fine della storia», come si legge nella descrizione degli autori.
NE EMERGE UN CALEIDOSCOPIO di micro racconti collegati tra loro da brevi scritti che creano una sinergia tra i diversi scenari rappresentati, stimolando l’immaginario di chi legge sui temi dei grandi sconvolgimenti che hanno attraversato la storia dell’umanità. Che sia a partire dalla vita di Atene che, nel 430 a.C., barricata fra le sue mura per difendersi dagli spartani, venne invasa da un nemico interno ben peggiore, la peste; o da un gruppo di persone che si sono rifugiate sull’appennino per sfuggire alle città ormai divorate dai cambiamenti climatici, il libro cerca, ispirandosi a storie realmente accadute – alla preistoria, a un futuro possibile – di ricostruire la nostra capacità reattiva di fronte allo scenario di catastrofe in cui ci troviamo a vivere a causa di eventi estremi, compresa l’attuale crisi sanitaria e ambientale.
«IL LIBRO VUOLE ESSERE una sorta di cassetta degli attrezzi per fare manutenzione della nostra forma mentale e ripensare i modelli di comportamento individuale e collettivo di fronte a situazioni chiaramente drammatiche», spiega l’editore, Davide Walter Pairone. «Crediamo che, oltre a parlare di soluzioni strettamente tecniche o politiche, a monte bisogna essere in grado di pensare l’impensabile, di confrontarsi con quello che appare come un demone, un fantasma, ma che in realtà è molto concreto».
ORGANIZZATO IN 7 GIORNATE, come il Decameron di Boccaccio, nel progetto la pandemia è solo accennata, ma l’uscita rimandata causa Covid ne ha reso la pubblicazione forse ancora più necessaria. Spostando l’epicentro dell’osservazione, il testo si presenta oggi come un esercizio dell’immaginario per pensare nuovi mondi, come una lente che, riportando la tragedia nel lungo tratto della storia umana, la colloca in una prospettiva affrontabile.
«SE PRIMA TANTE CIVILTA’ sono scomparse mentre altre rifiorivano, oggi ci troviamo a che fare con problemi che riguardano il pianeta intero, e quindi è difficile pensare a una soluzione unica per risolvere tutto quello che accade e di cui non abbiamo il controllo. La complessità è invece uno dei temi centrali di Tina: osservare quello che è successo in millenni di storia è spiazzante, ma allo stesso tempo apre moltissime finestre», racconta Rocco Lombardi, autore di una delle tavole che accompagno i testi e coordinatore del lavoro degli illustratori.
«QUI SIAMO IN PRESENZA di tracce della vera Grande Estinzione del nostro tempo. Quella cognitiva, dove il meglio che sappiamo fare come specie si riduce a un progressivo addormentamento dell’istinto di sopravvivenza», si legge in uno dei testi di connessione firmati da Meschiari e Vena. «Invece il lavoro da fare è riconoscere tracce che ci mettano di fronte all’urgenza. E la prima di tutte le urgenze è quella di prendere ispirazione dalla grande, vera improbabilità che rasenta l’assurdo, cioè la lunga pace climatico-economico-culturale degli ultimi settant’anni per chi ha vissuto nella Fortezza Occidente. Invece proprio qui, nei luoghi dei supermercati e delle fabbriche di parmigiano, delle eccellenze farmaceutiche e dell’aceto balsamico, l’entropia ha intercettato altre storie».
NON E’ UN CASO CHE I DIRITTI d’autore del libro saranno devoluti al movimento per la giustizia ambientale Extinction Rebellion Italia.
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