Non c’è pace per Tim. A pochi mesi dall’ingresso del fondo Elliott, la compagnia telefonica continua a macinare debiti e cadere in Borsa. L’anomalia era impersonata dall’ad Genish, scelto da Vivendi e confermato dal fondo americano. Giovedì notte il cda ha approvato il piano di svalutazione per due miliardi proposto dal manager israeliano ma ieri la Borsa ha bocciato conti e strategia. il titolo affonda (-4,8% a 0,52 euro). «È stato un trimestre turbolento, con la decisione della vigilanza del cambio fatturazione e con l’entrata di Iliad nel mercato mobile ma Tim è riuscita a garantire una performance operativa resiliente», si difende Genish che punta ad una fusione delle reti di fibra ottica con Open Fiber per ridurre i costi. Ma la guerra strisciante tra i soci – con Cpd in mezzo – sta bloccando ogni strategia.
I sindacati sono molto preoccupati per la sorte dei 45milan dipendenti e da tempo chiedevano al governo di intervenire. Ieri il ministro Luigi Di Maio li ha convocati per il 22 novembre. «Pur permanendo gli elementi di forte preoccupazione sul futuro del gruppo – annunciano Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil – abbiamo deciso di sospendere il presidio del 21 novembre, rinviando valutazioni e conseguenti decisioni più complete dopo l’esito dell’incontro con il ministro, sulla base delle quali saranno valutate le relative decisioni».
Tim in caduta libera, sindacati al Mise il 22
Telecom Senza Pace. Elliott e Vivendi litigano, Cdp è in mezzo. E Genish non convince più i mercati. Di Maio accoglie l'appello di Cgil, Cisl e Uil
Telecom Senza Pace. Elliott e Vivendi litigano, Cdp è in mezzo. E Genish non convince più i mercati. Di Maio accoglie l'appello di Cgil, Cisl e Uil
Pubblicato 5 anni faEdizione del 10 novembre 2018
Pubblicato 5 anni faEdizione del 10 novembre 2018