Lucca Comics & Games ha celebrato Halloween con una delle presenze più appropriate e amate: Tim Burton, autore dark e regista di titoli indimenticabili. Burton è sbarcato in Toscana per promuovere il suo esordio in una serie televisiva: Mercoledì, otto episodi (Tim ha diretto i primi quattro, gli altri sono opera di Gandja Monteiro e James Marshall) visibili su Netflix dal 23 novembre. Come gli appassionati sanno Mercoledì è la rampolla della famiglia Addams, qui trasformata in protagonista e un po’ più grandicella di quel che di solito si vede. E Tim afferma «mi sento come Mercoledì, sin da quando ero ragazzino questa sarcastica giovane aveva il mio stesso punto di vista, lo stesso approccio in bianco e nero che avevo io e volevo vederla oltre la bambina, come andava a scuola, come seguiva gli insegnanti, la famiglia». Poi c’è la fascinazione per la famiglia Addams «perché è l’ultima famiglia strana e in genere le famiglie sono realmente strane, hanno comportamenti strani. Anche perché i ragazzi si sentono sempre imbarazzati dai propri genitori. Pensate di avere Morticia come madre…».

MENTRE i coetanei usano i social, l’eroina di Burton usa la macchina da scrivere e suona il violoncello: «Io ho paura di Internet, mi ritrovo sempre in qualche buco nero, sono proprio come Mercoledì». La scuola frequentata dalla ragazza, dopo essere stata cacciata da quella precedente si chiama Nevermore Academy, una scuola differenziale per persone problematiche. «Io la capisco molto bene – ribadisce Tim – avendo avuto problemi di salute mentale per metà della mia vita. Mi identifico in lei, è molto diretta, dice quello che pensa, anche se questo potrebbe causarle dei guai, come in effetti succede, qui lei tenta di gestire le sue capacità psichiche per risolvere un misterioso assassinio legato al passato della famiglia». E alla precisa domanda sul fatto che l’essere Mercoledì in una scuola come Nevermore possa essere considerato come il racconto di un mondo di emarginati, di diversi, Burton risponde che «certamente può essere letto così – e aggiunge – Mercoledì frequenta una scuola di reietti, lei stessa è una reietta tra i reietti, anche se non vuole fare parte del club. Anch’io ero così, anch’io avevo le stesse sensazioni nei confronti della scuola, dei genitori, delle altre persone, questo progetto parla davvero di me».

ALTRA DOMANDA inevitabile riguarda il suo rapporto con i fumetti. «Naturalmente me ne sono occupato, ho anche diretto un Batman, ma ho sempre fatto fatica a leggere i testi perché non riuscivo a capire a quale illustrazione si riferissero essendo io dislessico». Per interpretare Mercoledì Burton ha scelto Jenna Ortega, che mostra un altro lato dell’iconico personaggio: «È cinica, lei è davvero in bianco e nero, poi però scopri che ha infinite sfumature, che arrivano con gli occhi, il carattere, senza tradire il personaggio».

ACCANTO a lei Catherine Zeta Jones è Morticia e Luis Guizmán è Gomez Addams, mentre un capitolo a parte merita la Mano, «è un personaggio particolare, volevo avesse una vita più ampia, più vissuta, più consumata, come proveniente dai vecchi film horror. Potremmo dire che c’è stato un passato magico e potremmo definirla il Dustin Hoffmann della mano». Inoltre ci sono molti dei suoi collaboratori abituali tra cui Danny Elfman per le musiche (che ha dovuto confrontarsi con un tema musicale noto in tutto il mondo, «lui ormai è una rockstar, ma abbiamo gli stessi gusti»), Colleen Atwood per i costumi (che ha lavorato su alcune varianti senza snaturare l’originale).
Tutto questo però non significa che Burton lasci perdere il cinema per virare verso la tv: «Fa parte del nostro mondo, poi ero interessato nell’avere un ritmo diverso, una maniera più lenta di bruciare. Ma per me è ovvio che continuo a provare amore per il cinema. E penso che ancora oggi ci sia posto per il cinema».
Grande festa per Tim quindi con il teatro del Giglio stracolmo per l’incontro, con parrucca ornata di treccine nere distribuite a tutti, seguito dall’abbraccio in piazza di migliaia di cosplayer, molti addirittura commossi di fronte a un loro mito. La sera poi proiezione, solo per il pubblico, niente giornalisti, del primo episodio di Mercoledì.