Cambiamento climatico, guerre, pandemie. I presupposti della fine del mondo raccontata da Tides di Tim Fehlbaum (Berlinale Special) sono del tutto «sintonizzati» sul tempo attuale, al punto da sconfinare nella didascalia. Ma siamo già ben oltre l’apocalisse: gli esseri umani (o meglio le élite che hanno potuto permettersi di fuggire) da due generazioni vivono su un altro pianeta – Kepler – e con la missione Ulisse II cercano di sondare se la terra è di nuovo abitabile – anche perché su Kepler le persone hanno perso la loro fertilità e il destino è ancora una volta l’estinzione. Nelle prime sequenze...