Per bocca di uno dei suoi personaggi, l’intramontabile Franz Joseph Murau di Estinzione, Thomas Bernhard si definì un «artista dell’esagerazione», insieme abbreviando una maniera, compendiando una poetica, giustificando il noto contegno che teneva in pubblico. La definizione gli era servita, nell’ultimo scorcio della sua vita, per mettere avanti le mani, quasi un’excusatio non petita da esibire a chiunque rilevasse i furori, i parossismi, le colate d’ira, il ritmo a martello del suo scrivere. Già per suo conto, tuttavia, questa definizione agiva come metatesto, insieme una messinscena e un’(auto)rappresentazione. Forse persino un atto mendace, perché Bernhard è sempre stato attore di...