Leonardo da Vinci, “Studio di testa grottesca”, Oxford, Christ Church College La fama europea della Celestina impose all’inizio del Cinquecento, alle scene più colte del continente, le vicende tragicomiche di una megera, «incomparable …, campeona de maldades, vieja, bruja y puta de toda la vida» secondo il ritratto offertone dal copione, firmato – pur fra le colte inquisizioni della critica moderna – da Fernando de Rojas: una decrepita intrigante che nelle parole di Parmeno, altro personaggio della macchina teatrale, s’impegnava in «sei lavori» («costurera, perfumera, maestra de hacer afeites y recomponer virgos, alcahueta y un poquito de hechicera») e che,...