Dagli amori in corsia e in sala operatoria della decana soap General Hospital, ai contrasti e intrecci decisamente più complicati di Grey’s Anatomy, la serialità vive e prospera nei nosocomi. L’ultima nata in ordine di tempo è The Resident ed ha appena debuttato su FoxLife (Sky, 114 ore 21) dove le hanno riservato uno spazio ogni lunedì. Ma il nuovo medical drama va oltre il dramma in corsia e gioca sul sociale, alzando il velo su tutte le contraddizioni della sanità americana a partire da quella più banale: negli Stati uniti chi vuole ricevere le cure più adatte alla sua malattia deve avere una buona assicurazione medica.

A tirare le fila del progetto è Antoine Fuqua, il regista di Training Day e il remake dei Magnifici 7, qui nelle vesti di produttore, che ha dichiarato: «Abbiamo cercato di rappresentare una situazione simile alla vita di tutti i giorni, mettendo a nudo i problemi di una grande azienda ospedaliera». Tutte le vicende ruotano intorno a un grande ospedale, il Chastain Park Memorial Hospital e alle sue corsie tra medici, pazienti e varia umanità. The Resident vede protagonisti tre medici in diverse fasi della loro carriera oltre a un’infermiera. «Quante volte dopo il decesso di un paziente – contiene Fuqua – i parenti si sentono dire che il loro caro è morto a causa di complicazioni? Il motivo per cui mi sono subito appassionato a The Resident è che mostra sia la parte buona che quella meno buona della sanità a stelle e strisce». La regia della serie è affidata a Philip Noyce.