Toshio Hosokawa al Teatro Comunale di Bolzano. Questa sera la prima di The Raven (replica il 5 marzo). Non un’opera lirica vera e propria, piuttosto un’azione scenica per mezzosoprano (Abigail Fischer), danzatrice (Alice Raffaelli) e ensemble (direttore Yoichi Sugiyama, solisti dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento). Il compositore giapponese, uno dei maggiori viventi, ha preso spunto dalla poesia The Raven di Edgar Allan Poe.

La musica di questo lavoro è tra le più dense e «radicali» della sua produzione, dove spesso si ammirano i suoni «dal silenzio» e le raffinatezze timbriche squisite.
Hosokawa si è fatto certo sedurre dalla tradizione del canto lirico drammatico.

E infatti la sua musica qui ha aspetti declamatori che non sempre gli sono familiari. La vicenda che Poe racconta nella sua poesia, pubblicata la prima volta nel 1845, o, più che raccontare, evoca da regioni oscure e fascinose nello stesso tempo, è quella di un uomo che vive in un dolore angosciante per la morte dell’amata e che riceve la visita di un corvo (the raven) a cui finisce per rivolgersi come a un possibile consolatore o un possibile interprete del buio che regna nella sua anima.

Ma a tutte le domande che rivolge al corvo si sente rispondere sempre le stesse parole: «Mai più».

Hosokawa ha pensato la sua opera come un tutt’uno scenico tra canto e danza, tra movimenti della cantante e movimenti della danzatrice, la quale agisce in qualche modo come un’ombra, un doppio, una proiezione, della cantante e dei suoi turbamenti. La regia e la coreografia al Comunale di Bolzano – si tratta di una novità assoluta per l’Italia – sono di Luca Veggetti, le scene e le luci di Clifton Taylor.