Diane Lockart alias Christine Baranski fissa il teleschermo incredula alla notizia dell’elezione di Trump. È l’inizio folgorante ed emblematico di The Good Fight, spin off – molto attesa – di The Good Wife, legal drama andato in onda con successo dal 2009 al 2016 con protagonista Julianna Margulies. Ma nel cast si ritagliava una parte importante proprio il personaggio della Lockart che diventa ora la star principale dello spin off che dal 14 novembre va in onda sulla piattaforma di Timvision. The Good Fight riparte esattamente un anno dopo la chiusura della serie madre: Christine ha deciso di dare un taglio definitivo con il passato e di godersi una pensione dorata nella casa che sta per acquistare in Provenza.

Ma il fato ha in serbo ben altro per lei, una gigantesca truffa finanziaria la trascina in un vortice in cui ci rimette i soldi, gli affetti e la reputazione. L’avvocatessa cerca tornare sui suoi passi, ma i soci del studio non la vogliono più con sé. La macchina del fango – e ne sappiamo ben qualcosa dopo l’onda dello scandalo Weinstein che sta strascinando tutti, colpevoli o meno, viene messa in moto: nessuno vuole avere a che fare con lei che aveva – ignara – consigliato di investire in titoli sbagliati molti dei suoi clienti. A sostenerla solo uno studio legale in ascesa, gestito da soci afroamerican, dove si reinventerà una professionalità insieme al neo avvocato Maia Rindell ( Rose Leslie).

«Sono felice – spiega nelle interviste Diane Lockart – di aver ripreso questo personaggio. E mi piace la sua capacità di ripartire dopo un evento che la travolge, finanziariamente e umanamente. Lei prova a trovare un equilibrio, anche morale, in un mondo che ti spinge invece ad andare completamente fuori controllo». The Good Fight, accolta ottimamente dalla critica americana, ha già visto confermata una seconda stagione articolata su tredici episodi, tre in più della prima.