È verità universalmente riconosciuta (per dirla ancora una volta con Jane Austen) che nella grande macchina dell’editoria, in Italia e fuori, ci sono più donne che uomini. Basta scorrere gli organigrammi di case editrici grandi e piccole, e si vedrà a colpo d’occhio che i nomi femminili prevalgono, a volte in modo schiacciante. Ma è verità altrettanto universalmente riconosciuta che nella maggior parte delle imprese, in cima alla scala gerarchica il numero delle donne si riduce drasticamente. Insomma, il classico stereotipo del capo maschio circondato da uno stuolo di «validissime collaboratrici» si appoggia su un piedistallo di molto concreta realtà.

Se questo è dovuto a forme magari inconsapevoli di prepotenza maschile o alla difficoltà che ancora oggi – per motivi interni e esterni – molte donne incontrano nell’uscire dall’ombra, è una questione su cui si può discutere e alla quale è difficile rispondere in modo netto e univoco. Ma un problema esiste, e a quanto pare non solo in Italia, se in Germania è appena nato un network il cui nome, The Female Publisher (l’editore – o editrice – femmina) chiarisce ogni dubbio sulla sua ragione d’essere. A dare vita all’iniziativa sono state Anne Friedel e Josefine Podei, responsabili di una casa editrice indipendente di Lipsia, la Palomaa, dopo una serie di incontri con altre colleghe all’ultima Buchmesse di Francoforte, nell’ottobre 2021.

«Alla fiera abbiamo avuto il piacere di entrare in contatto con tantissime donne attive nel settore e ci hanno colpito molto, e in modo positivo, lo scambio di conoscenze, gli inviti, la capacità di fare rete, ma soprattutto l’atmosfera di collaborazione e non di competizione», ha spiegato Friebel a Porter Anderson, il direttore della rivista specializzata online Publishing Perspectives, che in occasione dell’otto marzo ha scritto un profilo del nuovo network.

Rientrate a Lipsia, Friedel e Podei hanno deciso di non lasciar cadere quegli stimoli e per tutto il mese di gennaio di quest’anno l’account Instagram di Palomaa ha ospitato con notevole successo una galleria di immagini dedicate a case editrici a conduzione femminile. Da lì a una iniziativa più stabile, il passo è stato breve: «Abbiamo sentito il bisogno di un nuovo spazio per dare forma a questa collaborazione, ed è nato il network The Female Publisher. In Germania, non avevamo una rete gratuita e specificamente progettata per le esponenti dell’editoria femminile, così l’abbiamo creata».

A un mese di distanza, il network ha già raccolto una trentina di adesioni anche fuori dalla Germania: oltre alle partecipanti tedesche, le più numerose, si contano donne attive nell’editoria austriaca, svizzera e danese. E la porta è aperta a nuovi arrivi: «Saremmo davvero felici se il network si estendesse, se altre donne fossero interessate al nostro lavoro» dice Friedel. Ma allo stato attuale, avverte, è necessario che parlino inglese e che in qualche modo siano a loro agio con il tedesco, anche se «in futuro la rete potrebbe espandersi a nuovi paesi e lingue».

E di cosa si occupa The Female Publisher? In sostanza i campi d’azione sono tre: sostenere le autrici, «chiaramente svantaggiate rispetto agli autori in termini di visibilità, pagamento, tono e lunghezza delle recensioni dei libri»; dare alle donne che lavorano nelle case editrici strumenti per accrescere la loro visibilità e il loro networking; far uscire dal ghetto i libri che trattano «le questioni fondamentali delle donne e che dovrebbero essere resi più disponibili a tutti, lettrici e lettori».

Molto lavoro, insomma. Ma, come dicono Friedel e Podei, «è come l’avvio di una bellissima conversazione». (Per chi si vuole unire, l’email è info@thefemalepublisher.com)