Continua a peggiorare la situazione della pandemia da Coronavirus nel Sudest asiatico, un’area del mondo, ai confini col colosso cinese, che, durante la prima ondata, aveva potuto vantare una virtuosa risposta al virus. Ma la terza ondata non ha risparmiato nessuno, anche se sono soprattutto due i Paesi che stanno pagando il prezzo più altro: Thailandia e Indonesia.

Quest’ultima ha raggiunto il suo primato più drammatico di aumento dei casi e delle vittime con una crescita rapidissima dei picchi che mercoledì scorso le ha fatto superare il triste traguardo di oltre 100mila morti per Covid. Ieri il totale era di 104mila vittime – 1.635 in più rispetto a giovedì – con 39mila nuovi casi. Bangkok, l’hub del turismo per eccellenza ora sigillato, ha messo in isolamento domiciliare in città quasi 100mila pazienti mentre, secondo il ministero della Sanità, gli ospedali provinciali si stanno prendendo cura di altri 100mila trasferiti dalla capitale. A livello nazionale sarebbero già occupati 156.189 posti letto, ovvero il 73,49% di tutti quelli ospedalieri, esclusi quelli di Bangkok.

Situazione, dicono al ministero «sotto controllo» perché ci sarebbero ancora altri 41.185 posti letto disponibili. La Thailandia ha registrato giovedì un record di 20.920 nuovi casi giornalieri e 160 decessi e ieri oltre 21mila nuovi casi e 191 vittime, su un totale di 5.854 morti da inizio pandemia. Numeri non altissimi nei decessi ma preoccupanti per la crescita dei contagi. Ieri il servizio sanitario nazionale ha anche modificato le norme per consentire al pubblico di acquistare kit di test antigenici (Atk) per l’autotest, cui è stato destinato un miliardo di baht per acquistarne 8,5 milioni.

L’Indonesia affronta il picco della crisi con restrizioni alle attività sociali e incoraggia le persone a usare una doppia mascherina vista la diffusione del contagio della variante Delta. Solo a Giacarta, spiegava ieri la stampa della capitale, il tasso di mortalità per i cittadini non vaccinati sarebbe superiore di tre volte rispetto alle ultime statistiche: il 15,5% rispetto al 4,1% di coloro che avevano ricevuto due iniezioni di Sinovac o AstraZeneca. I dati globali sui decessi dei vaccinati rispetto a quelli dei non vaccinati non sono facilmente disponibili, ma la dottoressa Ines Atmosukarto, una biologa molecolare citata dal Jakarta Post, ha affermato che i dati sono un’ulteriore prova dell’importanza della vaccinazione, anche se alle statistiche mancano dettagli sull’età, la comorbilità e il periodo di osservazione dei pazienti.

C’è anche polemica sul programma di vaccinazione anti Covid «Gotong Royong» (aiuto reciproco), dopo che il governo ha annullato uno schema lanciato a maggio per consentire programmi di vaccinazione privati per risolvere i rallentamenti della campagna di vaccinazione pubblica dell’esecutivo. Ma non sembra aver funzionato.

Sul fronte economico, le perdite per la Thailandia – un Paese che registrava ogni anno diversi milioni di turisti occidentali e asiatici – rischiano di essere enormi e si rifletteranno anche su altre destinazioni, visto che la maggior parte dei voli per l’area passano comunque da Bangkok. In Indonesia invece, nonostante tutto, l’economia del Paese non va male e secondo Statistics Indonesia (Bps) il prodotto interno lordo dell’Indonesia è cresciuto del 7,07 percento su base annua nel periodo da aprile a giugno: è la prima volta che cresce il Pil, un segnale di freno al ciclo recessivo registrato dall’inizio della pandemia.

Tornando in Thailandia, vale la pena di registrare che ieri un tribunale civile si è pronunciato a favore di una richiesta della Human Rights Lawyer Alliance e di una dozzina di società editoriali che avevano chiesto la revoca di un regolamento che autorizza la National Broadcasting and Telecommunications Commission (Nbtc) a tagliare l’accesso a Internet agli utenti dei social media che pubblicano contenuti ritenuti allarmistici. Secondo i magistrati, il regolamento, promosso dal premier Prayut Chan-o-cha, limita la libertà di parola e minaccia quella di espressione su Internet.