I contagi da variante Omicron nel Regno Unito sono raddoppiati: da 4.671 a 10.017. Nell’Ue e nell’Area economica europea tra il 14 e il 15 dicembre sono stati trovati 502 nuovi casi portando il totale a 2.629, rilevati in 27 stati su 30. La situazione più allarmante è in Norvegia (1.498 casi) seguita da Danimarca (310) e Francia (170). In Italia siamo a oltre 30: per cercare di fermare il contagio martedì il ministero della Salute ha emesso un’ordinanza con cui ha rinnovato il divieto di ingresso da 8 paesi africani ma ha anche imposto il tampone ai vaccinati che arrivano dai paesi Ue mentre i non vaccinati, oltre al test, dovranno fare 5 giorni di quarantena. Misure scattate oggi e che resteranno in vigore fino al 31 gennaio.

UNA DECISIONE che ha irritato Bruxelles e sarà oggetto di discussione al summit europeo di oggi. Il premier Mario Draghi, ieri alla Camera, ha difeso la misura: «Sono stato informato dell’ordinanza: Omicron ha capacità di contagio nettamente superiore alle altre varianti, da noi i contagi con Omicron sono lo 0,19%, in altri paesi la variante è molto diffusa per cui si è pensato di attuare la stessa pratica che si usa oggi per i visitatori che provengono dal Regno unito. Non credo ci sia molto da riflettere». I nuovi casi Covid ieri in Italia sono stati 23.195 (non erano così tanti dal primo aprile) su 634.638 tamponi, tasso di positività al 3,7%, i decessi 129 (il dato più alto della quarta ondata). In terapia intensiva 7 ricoveri in più, 870 in totale; nei reparti ordinari 146 in più, 7.309 in tutto. La regione con più casi è stata la Lombardia (4.765) seguita da Veneto (3.677) ed Emilia Romagna (1.898). Green pass, rispetto delle regole ma soprattutto vaccini per cercare di bloccare il virus. Draghi ieri, alla vigilia del summit, ha rilanciato il tema dell’immunizzazione degli altri continenti: «L’Omicron dimostra l’importanza di frenare il contagio nel mondo. I governi dei paesi più ricchi e le case farmaceutiche hanno preso impegni per la distribuzione di vaccini gratis o a basso costo agli stati più poveri. Dobbiamo dare seguito alle promesse con più determinazione».

L’UE si è impegnata a donare 357 milioni di dosi, ne ha consegnate 134 milioni. L’Italia 48 milioni 250 mila dosi, consegnate 15 milioni tramite Covax: «Dobbiamo accelerare e aiutare i paesi a superare i problemi logistici – ha proseguito Draghi-. Il Consiglio europeo sarà l’occasione per confrontarsi in vista del vertice con l’Unione africana di febbraio. Tra i temi prioritari la campagna di vaccinazione. Il governo italiano auspica che la Commissione e gli stati membri approvino un pacchetto di misure per l’Africa, anche per accelerare la produzione in loco di vaccini». Dall’Ue ieri è arrivata una forte irritazione per l’ordinanza del ministro Speranza: «Non abbiamo ricevuto alcuna notifica sui test obbligatori per i viaggiatori provenienti da altri paesi Ue, inclusi i vaccinati – ha spiegato il portavoce Christian Wigand -. Gli stati membri sono obbligati a informare la Commissione e gli altri stati con 48 ore di anticipo quando decidono restrizioni aggiuntive ai viaggiatori intra Ue. Restrizioni possibili solo quando necessarie, Basate su criteri oggettivi e applicata nel più breve periodo possibile». La notifica è poi arrivata ieri pomeriggio, «su nostra insistenza» hanno sottolineato da Bruxelles.

NELLA BOZZA di raccomandazione che sarà discussa oggi si legge: «Eventuali restrizioni non pregiudichino il funzionamento del mercato unico o ostacolino in modo sproporzionato la libera circolazione». D’altro canto è la stessa Ue a lanciare l’allarme Omicron così i toni nel pomeriggio si sono ammorbiditi. «Non diciamo che sia legittimo imporre test – spiega un alto funzionario Ue – ma è legittimo che i paesi membri proteggano le rispettive popolazioni». Anche Irlanda, Portogallo e Grecia impongono test a tutti i viaggiatori in ingresso pure se vaccinati. «In Ue si cerca di muoversi in modo coordinato – è il ragionamento – ma c’è sempre lo spazio per decisioni nazionali o regionali. Dipende dagli sviluppi epidemiologici».

LA PRESIDENTE della Commissione, von der Leyen: «I casi Covid stanno aumentando moltissimo in alcuni paesi Ue, aumenta i malati con molti decessi. In due, tre giorni c’è stato un raddoppio dei casi di Omicron. Abbiamo una quantità sufficiente di dosi. A 62 milioni di persone abbiamo già fatto il booster».