Sono stati 13.314 i nuovi casi Covid ieri in Italia su 303.850 test. Tasso di positività in calo al 4,4%. Aumentano i decessi, 356, per un totale di 96.348 vittime da inizio epidemia. In terapia intensiva 28 ricoveri in più rispetto a lunedì, 2.146 in tutto. Nei reparti ordinari 140 in più, 18.295 in totale. In isolamento domiciliare 367.507 persone. La regione con il maggior numero di nuovi casi è stata la Lombardia (2.480) seguita da Emilia Romagna (1.588), Campania (1.436) e Veneto (1.062).

Sono otto, tra regioni e province autonome, che superano la soglia critica del 30% di occupazione dei posti letto per pazienti Covid in terapia intensiva: l’Umbria è al 57%, quindi Abruzzo con il 38%, Molise, Marche, Trento e Bolzano, tutte al 33%, Friuli Venezia Giulia al 32% e Lombardia al 31%. Per quanto riguarda i ricoveri Covid nei reparti di area non critica, superano la soglia del 40% Umbria (57%), Bolzano (47%), Marche (46%) e Molise (44%).

Nel basso Molise, nella zona di Termoli, un’esplosione di casi per la variante inglese, oltre 250: l’impennata sta mettendo in difficoltà le strutture ospedaliere della regione. Preoccupano anche le varianti inglese e brasiliana scovate in due scuole di Roma mentre il presidente Zingaretti ha messo in zona rossa Colleferro e Carpineto Romano. Stesso provvedimento in Sicilia, a partire da domani, per San Cipirello e San Giuseppe Jato. Ben 14 comuni emiliano romagnoli in zona arancione scuro.

«Gli ospedali italiani tornano ad avvertire i primi, nuovi, segnali di stress con l’aumento dei ricoveri per Covid in reparto e in terapia intensiva – ha spiegato Carlo Palermo, segretario nazionale di Anaao Assomed, il sindacato dei medici ospedalieri -. Il calo dei contagi iniziato dopo il picco di ottobre-novembre si è arrestato e oggi siamo in una situazione destinata a peggiorare, con le stime che prevedono 25mila casi giornalieri nelle prime settimane di marzo. Non ci sono le basi per aprire».