«Magari tutti i beni pubblici della città di Roma fossero custoditi com’è stato custodito il Valle in questi anni». Lo ha detto ieri il presidente del teatro di Roma Marino Sinibaldi (già socio della fondazione «teatro Valle bene comune») dopo un sopralluogo del teatro condotto insieme all’assessore alla cultura Giovanna Marinelli due giorni dopo l’abbandono della struttura da parte degli occupanti. Erano accompagnati da uno dei tecnici che ha tenuto in vita il teatro per tre anni. «Concordo pienamente ha aggiunto Marinelli – C’è stata una grande cura. D’altra parte questo è stato uno degli elementi di forza della Fondazione e uno degli elementi che ha sostenuto la necessità del dialogo».

12 Agosto 2014: arriva la Soprintendenza con Marino Sinibaldi e Giovanna Marinelli
12 Agosto 2014: arriva la Soprintendenza con Marino Sinibaldi e Giovanna Marinelli

Ieri mattina, davanti ad un Valle insolitamente vuoto e sbarrato, una ventina di attivisti con un gruppetto di cittadini hanno atteso la conclusione della visita. Fuori, sulla strada, a pochi di metri di distanza dal ponteggio-osservatorio «stellare» costruito simbolicamente per seguire i lavori di messa a norma o di restauro della storica sala romana affidati alla Soprintendenza di stato.

«Ma se questo teatro è stato tenuto così bene, era proprio necessario espellere la comunità del teatro Valle?» ha chiesto uno dei soci della fondazione. «Sono stati solo un pretesto per farli uscire – ha detto un altro – Questo teatro ha funzionato sempre e adesso scoprono che è in buono stato. Perché chiuderlo?». «Ovviamente il teatro ha bisogno di manutenzione perchè c’è n’è bisogno – ha detto l’assessore Marinelli agli attivisti – Diamoci un appuntamento quando i tempi saranno più precisi. Vedremo verso i primi di settembre di fare un’ulteriore punto». A chi ha chiesto di accelerare i tempi della riapertura Marinelli ha risposto: «Certo, ci mancherebbe altro. La Soprintendenza tornerà per approfondire e dopo ci daranno un piano».

Prima di lasciare il Valle, gli occupanti avevano chiesto di restare nel foyer del teatro, una struttura separata dalla sala di cui è comproprietario il marchese Aldo Pezzana Capranica Del Grillo. Non c’è stato verso. Il Campidoglio ha chiesto «tutto» il teatro per celebrare la sua vittoria. In attesa di siglare con il teatro di Roma una «convenzione» sul teatro Valle, la fondazione «teatro valle bene comune» creata dagli attivisti intende tornare nel foyer per ricominciare le sue attività.

«Non so se possiamo fare lavori separati – ha detto Sinibaldi – Per l’incontro del 2 settembre tra il teatro di Roma e la fondazione non sono ancora se si farà nel foyer o meno». Nel quadro di quella che è stata presentata come una «cogestione», il foyer dovrebbe diventare un «infopoint» del teatro di Roma e il luogo d’incontro della fondazione. Andrà anche risolta la vertenza con il marchese che ha vinto due gradi di giudizio contro il Campidoglio sugli anni di affitto non versato. La fondazione «bene comune»» del Valle preparerà un progetto di «restauro partecipato» del teatro con esperti come Tomaso Montanari e Salvatore Settis. Si faranno carico di verificare i progetti della Soprintendenza organizzando un «cantiere scuola» anche con gli studenti.

12 Agosto 2014: arriva la Soprintendenza con Marino Sinibaldi e Giovanna Marinelli
12 Agosto 2014: arriva la Soprintendenza con Marino Sinibaldi e Giovanna Marinelli

«È un progetto da migliaia di euro che offriremo quasi a costo zero perchè non ci sono spese per i restauratori. Il Valle ha bisogno di una messa a norma e di un restauro pittorico» afferma l’architetto e ricercatrice della Sapienza Stefania Tuzi. «Trasmetteremo molto volentieri il progetto alla Soprintendenza quando ci verrà consegnato – ha risposto Sinibaldi – Con loro sono aperti tutti i canali».

Ieri il sindaco di Roma Ignazio Marino ha festeggiato il ritorno alla «legalità»: «una vittoria della città». Per il sindaco la presa del Valle è «l’inizio di un nuovo capitolo. L’obiettivo è restituirlo il prima possibile alla programmazione culturale valorizzando quanto di buono è stato fatto negli ultimi tre anni».