Un ministro in cerca di autore. Danilo Toninelli, a capo del dicastero delle Infrastrutture, sembra precipitato in un gioco delle parti. A metterlo in imbarazzo, uno dei nervi scoperti dell’esecutivo gialloverde: il Tav, la linea ferroviaria ad alta velocità fra Torino e Lione. Più che altro, ad aver innescato un corto circuito pirandelliano sul tema, sono state le dichiarazioni della commissaria Ue ai trasporti, Violeta Bulc. Iniziamo con queste. «Ho già parlato un paio di volte col nuovo ministro italiano, che mi ha assicurato che non devo preoccuparmi perché l’Italia onorerà gli impegni presi», ha sottolineato, a margine della plenaria del Comitato economico e sociale europeo.

IL TAV «È ESSENZIALE per sviluppare appieno il mercato unico europeo». Bulc si è detta «fiduciosa» che il governo «troverà il modo migliore per andare avanti». Segue da vicino la vicenda: «La Torino-Lione è un progetto enorme, estremamente importante, che contribuirà alla libera circolazione dei beni e alla decarbonizzazione, uno dei motivi principali per cui sosteniamo il trasporto su rotaia. Questo progetto non sarebbe mai stato fatto senza il contributo dell’Unione».

A LEGGERLO COSÌ parrebbe un tacito, e non pubblicizzato, via libera dato dal ministro. Pochi minuti dopo arriva, infatti, una smentita dello stesso affidata, però, a non precisate «fonti» del ministero dell’Infrastrutture. «In relazione alle dichiarazioni della commissaria Bulc, si precisa che il ministro Toninelli si è sempre espresso facendo riferimento all’analisi costi-benefici in corso sul Tav Torino-Lione e al contratto di governo che prevede di ridiscutere integralmente l’opera».

Qualche ora dopo, Toninelli in carne e ossa, ieri a Genova per l’inaugurazione del 58esimo Salone nautico, aggiunge: «Forse riusciremo ad anticipare a novembre l’analisi costi-benefici. Non c’è solo quella tecnica ingegneristica ma anche quella legale e giuridica e quindi dobbiamo intersecarle». Sono giorni complicati per Toninelli. Se solo poche settimane recitava la parte del terzo «ariete» del governo (uno scalino sotto i vicepremier), adesso, dopo gaffe e nomine discutibili, la sua posizione si è fatta meno solida.

E NON È LA PRIMA VOLTA che il ministro si trova in difficoltà sul tema alta velocità, soprattutto nei confronti di quello che fu il fortino più simbolico del M5s, appunto, la Val di Susa. Oggi a Torino dovrebbe incontrarne alcuni sindaci. A luglio, Toninelli aveva detto che l’obiettivo del governo «era quello di migliorarla». Poi, dopo l’indignata reazione No Tav, aveva corretto il tiro dando l’alt a qualsiasi «avanzamento» dell’opera. Ma sono stati proprio questi toni ondivaghi ad aver esaurito il rapporto tra pentastellati e No Tav. D’altronde, nel governo gialloverde il Tav ha più di un sostenitore, non solo il fronte leghista ma anche, per esempio, il ministro dell’Economia Tria che solo pochi giorni fa se ne augurava una celere realizzazione. La questione rimane calda, nonostante il premier Conte dissimuli.

Di sicuro, ci saranno sorprese.