Taranto si ferma per la morte di un operaio dell’Ilva
Morti bianche La vittima, Angelo Raffaele Fuggiano, aveva 27 anni. E il settimo incidente mortale dal luglio del 2012
Morti bianche La vittima, Angelo Raffaele Fuggiano, aveva 27 anni. E il settimo incidente mortale dal luglio del 2012
L’Ilva di Taranto torna nuovamente agli onori della cronaca per la settima morte bianca dal luglio 2012, quando furono sequestrati gli impianti dell’area a caldo nell’inchiesta per disastro ambientale. A perdere la vita ieri mattina presso il IV sporgente del porto di Taranto in concessione all’Ilva, è stato un operaio di 27 anni della ditta Ferplast dell’appalto, Angelo Raffaele Fuggiano, padre di due bambini. Il lavoratore era intento a svolgere le operazioni di sostituzione periodica dei cavi di manovra delle gru, che vengono utilizzate per le attività di carico e scarico del minerale dalle navi ormeggiate al porto. All’improvviso un cavo che stava venendo riavvolto, per cause ancora in via di accertamento, si è staccato dal braccio della gru, colpendo alle spalle l’operaio che in quel momento era all’interno della sala motore, causandone quasi immediatamente il decesso. L’impatto è stato violentissimo: la carrucola che ha colpito il giovane operaio, gli ha spaccato la cassa toracica.
I SOCCORSI, che sono durati diverse ore vista la difficoltà per raggiungere e operare nella cabina motore della gru, hanno potuto fare ben poco. La procura di Taranto ha aperto subito un’indagine, disponendo l’autopsia e il sequestro della gru denominata «Dm6» sulla quale il lavoratore stava operando. Le indagini di Polizia giudiziaria sono state invece affidate alla Capitaneria di porto e allo Spesal.
IMMEDIATA LA REAZIONE dei sindacati, da ieri in assemblea con i lavoratori per discutere della vertenza con l’acquirente ArcelorMittal, che hanno proclamato uno sciopero di 24 ore che si concluderà oggi alle 15. «È l’ennesimo inaccettabile episodio – affermano Fim, Fiom, Uilm e Usb – ci sono stati molti scioperi (ultimo il 30 aprile) per denunciare le condizioni di sicurezza carenti, generate anche da una serie di mancanze organizzative, assenza di investimenti e manutenzioni. Non è più rinviabile una seria discussione sull’intero sistema degli appalti che vengono ancor più aggravate dallo stallo della trattativa Ilva in cui uno dei punti delle nostre rivendicazioni è l’avvio di un vero e proprio codice degli appalti». Quest’oggi si fermeranno anche i portuali: Filt Cgil, Fit Cisl e Uil hanno proclamato il fermo contemporaneo in tutti i porti con suono delle sirene per 5 minuti.
Durante la mattinata ci sono stati momenti di tensione con l’azienda, quando Ilva ha convocato i sindacati per chiedere un rinvio della protesta, onde evitare problemi di sicurezza agli altiforni e alle acciaierie in vista dell’assenza del personale: visto il rifiuto delle Rsu, l’azienda ha disposto che delle operazioni se ne occupassero capi turno e capi squadra. La lunga giornata si è poi conclusa con un vertice pomeridiano in Prefettura, al quale oltre a Cgil, Cisl e Uil, alle sigle metalmeccaniche Fim, Fiom, Uilm e Usb, ai rappresentanti di altre categorie e Confindustria, hanno partecipato il sindaco di Rinaldo Melucci e il governatore Michele Emiliano. La richiesta al Prefetto, da parte di tutti i partecipanti al tavolo, è stata quella di avviare quanto prima una verifica delle condizioni di sicurezza degli impianti dell’Ilva.
L’INCIDENTE MORTALE di ieri, l’ultimo si era verificato nel settembre del 2016 quando perse la
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