Grande festa popolare in piazza Plebiscito, a Napoli, sabato primo dicembre. Si celebra Taranta Power, 20 anni di battito del sud, e il suo principale artefice, Eugenio Bennato, alfiere della riscoperta della musica tradizionale. “ L’evento che segna la nascita ufficiale del movimento Taranta Power – racconta il musicista di Bagnoli – è storico. Eravamo a Lecce, era il 3 ottobre del 1998. Accanto a me in palcoscenico c’erano i massimi esponenti della musica di taranta di tutte le regioni del Sud: per il Gargano, i Cantori di Carpino (già allora ultraottantenni) guidati dal mitico Sacco Andrea e da Antonio Maccarone e Antonio Piccininno, e poi l’insuperato Matteo Salvatore; per il Salento, i maestri della pizzica Alla Bua e Aramirè; per la Sicilia, Alfio Antico; Antonio Infantino e i Tarantolati di Tricarico per la Basilicata, e il gruppo Tactus per la Calabria. A quel debutto, seguì un tour che coinvolse con grande successo i più importanti centri sociali del Nord: il Leoncavallo a Milano, la Flog a Firenze, il Pedro a Padova, il Livello 57 a Bologna, il Faro a Roma. L’emozione e l’esperienza di questi intensi e straordinari vent’anni sono quelli di una vera rivoluzione culturale, che comincia anzitutto dai più giovani.

DAPPERTUTTO, nascono festival e rassegne, si aprono scuole di taranta, e nei circuiti internazionali la musica etnica italiana si afferma per la prima volta come patrimonio stabile nel panorama della world music. Una nuova classe di artisti, oggi, è viva e proiettata nel domani con l’eredità e gli insegnamenti dei maestri della tradizione. Il concetto di taranta non è un passepartout modaiolo. È energia che ribalta i termini della questione meridionale e divulga nel pianeta l’immagine di un Sud nuovo, trasgressivo e propositivo. Attraverso i valori della sua cultura: antica, magica, contemporanea. Un’arte che fa a duello con l’universo passivo-omologato-globalizzato”.

LA LEGGENDA del ragno nero che avvelena e induce al ritmo trasgressivo della taranta ha conquistato nuove generazioni, che ritrovano nei passi della danza e nella tecnica degli strumenti la coscienza e la riconquista delle proprie radici. Si comincerà alle 17 con due parate di suonatori itineranti, la Tarantella di Montemarano e i Bottari di Macerata Campania che sfileranno lungo via Toledo e via San Carlo fino a raggiungere il grande slargo davanti al Palazzo Reale. Sul palco, intorno alle 20, ci saranno maestri storici Phaleg della tarantella calabrese, Officina Zoè della pizzica, Marcello Colasurdo della tammurriata, Alfio Antico del tamburo siciliano, il guastatore sonoro Daniele Sepe e artisti della nuova generazione tra cui Mujura, “Il tesoro di San Gennaro”, Rione Junno, M’Barka Ben Taleb, Le Voci del Sud, Mohammed El Alaloui, Mario Incudine. Ruolo importante, insieme al celebrante Eugenio Bennato, anche per tre voci femminili: Arisa, Dolcenera e Pietra Montecorvino. Che la Taranta sia con noi!