Una volta diradate le speculazioni più accese, è possibile formulare delle ipotesi su quanto sta accadendo nella centrale nucleare di Taishan. Gli inconvenienti sono iniziati da qualche settimana ed è pressoché certo che consistano nella rottura di un certo numero di guaine del combustibile e questo spiegherebbe la presenza di gas nobili nel circuito primario che sono appunto gas generati dalla fissione.

Il combustibile è progettato per mantenere questi gas all’interno delle guaine, ma è statisticamente accertato (e previsto) che alcune si rompano rilasciando i gas nel circuito primario, dal quale non possono fuoriuscire in atmosfera se non a due condizioni: attraverso una procedura di rilascio controllato e previo filtraggio, oppure in caso di rottura del circuito primario e della perdita di contenimento, cosa che non è accaduta.

Resta il fatto che la crescita significativa di gas da fissione nel reattore 1 di Taishan è indice di un elevato numero di guaine danneggiate, tale per cui sarebbe raccomandabile fermare l’impianto e procedere al loro allontanamento dal reattore, cosa che, evidentemente, la Cgn (China General Nuclear) che lo gestisce non ha voluto fare complice l’autorità di sicurezza.

Si tratta insomma di una situazione seria, ma non ancora grave, certamente non tanto da giustificare l’allarmismo che ne è scaturito e che si conferma essere viziato da interessi strumentali. L’informativa di Framatome al governo degli Usa (secondo la Cnn si è riunito persino il Consiglio di sicurezza) è risultata infatti del tutto insolita e fuori luogo (semmai era l’Iaea a dover essere informata) e si spiega solamente col fatto che la società francese ha molti interessi negli Usa: attraverso una sua succursale opera sia nel campo della fabbricazione del combustibile che in quello della progettazione dei reattori come nel caso del mini reattore all’elio che sta sviluppato insieme alla General Atomic.

Considerato che la Cgn (gestore di Tiashan) è una società blacklistata dal governo Usa, Framatome chiamata in causa da questi inconvenienti in quanto progettista della centrale di Taishan, ha pensato bene di mettersi al riparo da ritorsioni spifferando tutto al governo Usa che infatti ha fatto un «oculato» uso delle notizie: basta pensare che il rapporto di Framatome è giunto al governo Usa già dai primi di giugno, ma il suo contenuto è stato divulgato contestualmente al termine dei lavori del G7 ed in toni decisamente allarmistici.

È certo che Biden non tralascia nulla pur di contrastare l’avanzata della Cina, dalle inchieste sull’origine del virus, ai pericoli legati al 5G; dai diritti civili degli Uiguri, al nucleare senza contare il tentativo di rilanciare la Nato. America is back… ma pure la minaccia di nuove guerre.