«Ecco, siamo alle solite». L’ex deputata Radicale Rita Bernardini – «santa Rita delle carceri», per i 65.831 detenuti a fine marzo nelle illegali celle italiane – non trattiene un moto di sdegno: «Inizio a non avere più alcuna fiducia nella giustizia italiana». Nemmeno il governo delle larghe intese ci salva dal «gioco delle tre carte»: «Dopo la costernazione per la condizione in cui giace il sistema giudiziario italiano, dopo le lacrime versate ogni giorno in televisione dal ministro Severino sulla “inammissibile” situazione carceraria, ora si ricomincia tutto da capo».

Con la Guardasigilli Annamaria Cancellieri che annuncia un altro decreto legge «svuota carceri» ottenuto correggendo il già insabbiato decreto Severino: per un certo tipo di reati “lievi” – secondo le prime indiscrezioni – il provvedimento che verrà presentato domani in Cdm prevede sconti di pena maggiorata (da 45 a 60 giorni ogni semestre scontato), la liberazione anticipata sotto i tre anni di pena residua (6 per i tossicodipendenti), nuove norme sul lavoro esterno dei detenuti e in particolare sui lavori di pubblica utilità per i tossicodipendenti.

In vista dell’estate e consapevole che la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha dato tempo fino a maggio 2014 per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario, il ministro Cancellieri torna sui passi di chi l’ha preceduta in via Arenula. Prevedendo di liberare a breve 3-4 mila detenuti. Cosa ne pensa?
Luci e ombre: sullo sconto di pena maggiorato a 60 giorni sono talmente d’accordo da averlo proposto io per prima. Il vero problema però è che non si può fare una politica seria se non si ha il coraggio di rendere pubblici i dati giusti. Ora non posso più fare interrogazioni parlamentari ma vorrei sapere se la ministra sa quanti sono attualmente i posti veri nelle carceri: sul sito del ministero della Giustizia è scritto ancora che sono 47.045 ma furbescamente, dopo le mie proteste, è stato aggiunto un asterisco che avvisa di «scostamenti temporanei dal valore indicato» dovuti a «eventuali situazioni transitorie». E lo stesso Dap ammette che in questo numero sono comprese anche le celle in ristrutturazione. La verità è che i posti non arrivano a 40 mila, a meno di considerare regolamentari anche i materassi gettati a terra. E allora, se ci sono 30 mila detenuti in più, come pensa il governo di risolvere subito senza passare per l’amnistia e l’indulto?

Questi sono provvedimenti che riguardano il Parlamento, dice Cancellieri che annuncia entro tre anni e mezzo altri 11 mila posti ottenuti costruendo nuove carceri «leggere», cioè poco costose, e recuperando edifici demaniali.

L’ex prefetto forse non ha la consapevolezza o tollera fin troppo che l’Italia continua a praticare trattamenti inumani e degradanti nelle carceri. Il governo precedente, facendoci fare una figuraccia da delinquenti abituali, ha usato ogni mezzuccio per spostare da gennaio a maggio 2014 il termine ultimo imposto da Strasburgo. Adesso non si vuole tenere conto dei procedimenti penali pendenti che stanno aumentando al ritmo di 2,5% all’anno, secondo i dati della ministro Severino. E ora sono arrivati a 5 milioni e 300 mila, con altrettanti nel civile, anche se Cancellieri in audizione al Senato ha ridotto questo numero a 1,6 milioni, non considerando i procedimenti a carico di ignoti e quelli su cui non si è ancora aperto il dibattimento. Con questi ritmi è inutile pensare di costruire altre carceri.

Un problema che nemmeno il governo delle larghe intese riesce a risolvere…

Le larghe intese a quanto pare non tengono sui diritti umani fondamentali. A mio avviso si sta cercando solo di gettare un po’ di fumo negli occhi dell’Europa. Adesso ricomincerà la sceneggiata con la Lega che ha già presentato 172 emendamenti sul decreto Severino, e nel gioco delle parti si andrà al ribasso rispetto alle promesse iniziali. Ma nelle carceri c’è gente che muore: negli ultimi dieci giorni, in uno dei migliori carceri, Rebibbia, sono morte 4 persone compresa un’infermiera.

Strasburgo considera la reclusione con meno di 3 metri quadri a testa una tortura. La presidente della Camera, Laura Boldrini incontrando Ilaria Cucchi ha fatto un appello per introdurre subito il reato di tortura…Qualcosa si muoverà?

Vediamo. Per dare una corsia preferenziale alla legge, il Parlamento potrebbe attribuire l’esame dei provvedimenti in commissione in sede legislativa. A parole il 100% dei parlamentari è contrario alla tortura ma poi non ne disdegnano gli strumenti, come una certa applicazione del 41 bis.

Il 41 bis non si tocca, ha detto la ministra. E sull’ergastolo «vanno sentite le vittime»…


Sembra quasi che dobbiamo ripartire dai fondamenti, anche della nostra Costituzione. Perché in Italia non c’è solo l’ergastolo ma anche l’ergastolo ostativo. E la risposta arriva un po’ da tutta Europa dove l’ergastolo non c’è più.

Ci son voluti 7 anni perché la legge Fini-Giovanardi – che produce il 33% dei detenuti – arrivasse al vaglio della Consulta. Ma sulla questione delle tossicodipendenze siamo ancora lontani dalla soluzione.

Era ora che la Corte costituzionale si interessasse a quella legge. I Radicali hanno già depositato nelle scorse legislature progetti di legge per di legalizzazione delle sostanze “leggere”, oltre ad altre modifiche della 49/2006. Ora proponiamo un referendum per decarcerizzare i reati di lieve entità legati agli stupefacenti, quelli del comma 5 dell’articolo 73, che prevedono la pena massima fino a 6 anni. Il grosso equivoco sta nelle misure alternative che si applicano solo a persone accusate di reati con pena edittale massima fino a 4 anni. Reati per cui in carcere non si va mai. Mentre invece un fatto lieve per la Fini-Giovanardi ha una pena edittale massima fino a 6 anni e quindi non rientra nei reati per i quali si può accedere alle pene alternative previste nel decreto Severino, ora riproposto.

È uno dei referendum di iniziativa Radicale per i quali è prevista una vostra iniziativa domenica a Roma. Di cosa si tratta?

È il lancio di 12 referendum: sei sulla riforma della giustizia, e gli altri sull’immigrazione, sul divorzio breve, contro il finanziamento pubblico dei partiti e sulla revisione dell’8 per mille. Vogliamo che gli italiani si esprimano sulla separazione delle carriere, sulla responsabilità civile dei magistrati, sull’ergastolo, la custodia cautelare in carcere, la decarcerizzazione dei reati di droga di lieve entità, e sui magistrati fuori ruolo. A proposito: la ministra Cancellieri ha trasferito dal ministero degli Interni due suoi collaboratori autorizzati dal Csm a proseguire il fuori ruolo anche dopo i dieci anni già trascorsi e che sarebbero il limite massimo. Perché in questi anni si è dimostrato che né parlamento né governo hanno voluto risolvere i problemi della giustizia. Riprendiamo la lotta non violenta e referendaria perché l’Italia torni ad essere un paese democratico.