Le indagini sull’omicidio del giornalista Ján Kuciak e della sua fidanzata Martina Kušnírová sono arrivate a una nuova svolta. Secondo quanto riferito dalla televisione pubblica slovacca Rtvs nel notiziario serale, uno degli indagati, attualmente in detenzione preventiva, ha confessato di aver ucciso la coppia. Si tratta dell’ex militare Miroslav Marcek, che secondo quanto indicato dall’unico collaboratore tra i cinque arrestati, era sul luogo del delitto assieme al suo cugino, ed ex poliziotto, Tomas Szabó. Per verificare la veridicità delle confessioni, la polizia ha subito organizzato un sopralluogo e una ricostruzione del delitto a Velká Maca, il paesino dove sono stati uccisi Kuciak e Kušnírová.

Attualmente sono in prigione cinque persone sospettate del delitto Kuciak. Marcek e Szabó sarebbero, secondo gli inquirenti, gli autori materiali del delitto. L’assassinio è stato messo a punto assieme a Zoltán Androskó, che è stato l’unico tra gli indagati a collaborare fino ad ora con la polizia. Il delitto sarebbe stato ordinato da una conoscente di Androzskó, la traduttrice Alena Zsuzsová. Secondo le tesi degli inquirenti la Zsuzsová avrebbe agito per assecondare le volontà del faccendiere e imprenditore Marian Kocner. Quest’ultimo aveva il dente avvelenato con Kuciak a causa di alcuni articoli scritti dal giornalista sulle truffe Iva ordite da Kocner. Sfumata completamente invece la pista italiana fortemente accreditata dai media nei primi giorni seguenti al delitto. Ciò tuttavia non significa che l’ndrangheta non sia presente in Slovacchia. Come indicato anche da esperti italiani, le mafie scelgono paesi in buona condizione economia e con tanti fondi europei da spolpare per investire i loro utili criminali. Ed entrambi gli elementi non mancano di certo nella Slovacchia di oggi.