Nata nel campo degli studi cinematografici, ma esportata anche altrove, l’espressione effetto Rashomon viene utilizzata per indicare quelle serie di complesse cornici epistemologiche che, come nell’omonimo capolavoro di Akira Kurosawa, giocano con il relativismo della percezione, con la soggettività e con la pura e semplice menzogna per distorcere la narrazione di determinate circostanze, che vengono così a frammentarsi in un mosaico di punti di vista spesso inconciliabili. In una prospettiva romanzesca questa stessa espressione potrebbe indicare l’azione d’insieme di un gruppo di narratori inattendibili, ovvero dei quali il lettore non può fidarsi ciecamente mentre cerca di giungere a una ricostruzione...