«Buona sera signora, suo figlio è uno spacciatore?», Matteo Salvini, seguito dalla contestazioni e scortato dalla polizia nella sua tappa del tour elettorale nel cuore del quartiere popolare del Pilastro a Bologna, ieri ha pensato bene di suonare il citofono di un appartamento in via Grazia Deledda alla ricerca di un presunto pusher. È l’ultima trovata dall’ex ministro dell’Interno che indossa alternativamente la maschera del giustiziere e quella del martire. Negli ultimi giorni della campagna elettorale d’Emilia il leader della Lega, contestato anche ieri dalle sardine, si è presentato agli elettori come un perseguitato dalla giustizia.

«Oggi faccio i miei primi incontri pubblici da indagato, da processato», ha detto sull’appennino bolognese riferendosi al caso Gregoretti, anche se l’aula di palazzo Madama deve ancora confermare l’autorizzazione a precedere votata dai soli leghisti nella giunta del Senato, su richiesta del capo. Ma se quella di giocare d’anticipo rispetto alla maggioranza sul sì al processo per gli oltre cento migranti trattenuti a luglio su una nave della Guardia costiera è una precisa scelta politica, la vicenda politico-giudiziaria che si sta sviluppando a Ferrara è di tutt’altro tenore. E sta già mettendo in grave imbarazzo il Carroccio di tutta l’Emilia-Romagna a meno di una settimana dal voto di domenica.

Questa mattina infatti sarà depositato presso la Procura di Ferrara un esposto sul caso Solaroli-Ferraresi. E cioè sull’offerta, da parte del vicecapogruppo della Lega nel Consiglio comunale di Ferrara Stefano Solaroli, di un posto di lavoro «da 1300-1400 euro» alla collega di partito Anna Ferraresi. A patto che quest’ultima, «rompiscatole» e non allineata, lasciasse il Consiglio e la finisse con le sue denunce. Ferraresi ha registrato la conversazione e la trasmissione tv Piazza Pulita l’ha mandata in onda. Negli audio vengono tirati in ballo anche il sindaco leghista Alan Fabbri e il suo vicesindaco Nicola Lodi, due figure di spicco del Carroccio regionale. Una tempesta che ha portato lunedì sera sotto al Palazzo del Consiglio comunale centinaia di persone indignate pronte a chiedere le dimissioni di tutta la giunta.

«Quella del nostro consigliere Stefano Solaroli – si è difeso il vicesindaco leghista di Ferrara, Nicola Lodi – è stata una gaffe, uno scivolone che andava sicuramente evitato. Siamo sereni e abituati ai maremoti ma lo scivolone rimarrà tale se, come credo, non verrà appurato alcun atto illecito». Lo si scoprirà a breve, visto l’esposto che oggi sarà messo nelle mani dei magistrati da Mario Zamorani, candidato alle elezioni regionali per +Europa.

Nel frattempo a delineare il quadro dei primi sei mesi di governo leghista di Ferrara ci pensa il segretario regionale del Pd Paolo Calvano: «Abbiamo una giunta che si è alzata lo stipendio appena insediata – ricorda – , un vicesindaco che non rinuncia all’alloggio popolare nonostante i 4800 euro di stipendio mensile, e ora il vicecapogruppo leghista che per risolvere i problemi del suo partito propone come merce di scambio un lavoro pagato con soldi pubblici. E’ questo il modello che la Lega vuole per la Regione?».

Domanda che resta per ora senza risposta, mentre le truppe leghiste si preparano a invadere domani Bibbiano e addossare al Partito democratico d la responsabilità dell’inchiesta sui presunti allontanamenti illeciti di alcuni bimbi dalle loro famiglie. In piazza ci saranno anche le sardine, che promettono una festa e una «orchestra-ittica partecipata», un modo giocoso per dare parola alla comunità di cittadini invece che metterla in croce, come successo in tutti questi mesi.

«Sarà una festa della musica. Sarà la festa di Bibbiano. E soprattutto sarà la piazza giusta. Chi non viene è uno scorfano».
Nel frattempo nella serata di ieri è esploso apertamente il conflitto tra Matteo Salvini e la Cgil visto che il leader del Carroccio ha detto di parlare con sempre più delegati che, ha spiegato, «mi dicono questa volta di voler votare Lega». La risposta è stato un chiaro invito al voto contro le destre. «L’Emilia-Romagna – ha ricordato la Cgil regionale – ha bisogno di continuare ad essere una regione aperta: all’Italia, all’Europa, al mondo. Se questa regione si affidasse all’odio, alle paure, se si chiudesse in visioni sovraniste o nazionaliste, tradirebbe la sua natura e comprometterebbe il suo futuro».