Vi è piaciuto il concerto? Sì? No? Mi spiegate perché?

«Per me noi avevamo ascoltato l’autunno perché prima era autunno, invece adesso l’Inverno». «Lui ha fatto un concerto per ogni stagione, infatti». «Io so che Antonio Vivaldi era un prete coi capelli rossi e abitava a Venezia». «Per me la musica era bellissima». «A me no, perché è lenta, non piace. Mi sembra una musica vecchia, da vecchi». «Anche gli strumenti che suonano mi sembravano un po’ vecchi». «A me è piaciuto molto vedere e ascoltare qui con la lavagna multimediale perché sullo schermo vedevo anche i musicisti che suonavano benissimo». «A me ha colpito all’inizio, quando tutti i musicisti erano pronti ed è entrata il direttore di orchestra. io pensavo che era un maschio, un direttore, invece era una ragazza». «Adesso anche le ragazze possono fare la direzione». «Come era brava! Faceva andare tutti d’accordo!» «Infatti lei è come una vigilasse che mette tutti d’accordo. fa suonare prima uno poi un altro, prima un gruppo di strumenti musicali e poi un altro gruppo. Sempre così. Se non c’era lei che metteva tutti d’accordo e faceva come la vigilessa, non saltava fuori una musica così bella». «A me la musica non piaceva molto perché loro erano bravi a suonare, ma la musica era triste». «Infatti anche la vigilessa fa andare prima una macchina e poi un’altra». «Non mi poteva tutta, ma dei pezzi di musica mi piacevamo di più degli altri perché erano più movimentati.

Perché vi ho chiesto di fare tre disegni? E cosa avete disegnato? Perché?

«Ma perché erano tre pezzi che c’erano. Il primo era veloce, il secondo era lento, il terzo ancora veloce». «La musica raccontava delle storie e noi abbiamo disegnato questa storia». «In mezzo c’era la musica più calma, a me faceva addormentare». «Io ho disegnato anche il vento con un rotondo, con un soffio che gira intorno e si alza in alto». «Nel primo disegno ho fatto la famiglia che girava per la città e guardava in cielo e in cielo c’erano dei nuvoloni e poi è iniziato a piovere, anche a nevicare. ma all’inizio poco, non molto». «Però si sentiva già il vento. Lo facevano i violini, per me. Io non pensavo che nell’orchestra c’erano così tanti violini». «Dopo, nel secondo, lui è arrivato in casa, si è tolto le scarpe e le calze bagnate e si è messo vicino al fuoco. Io ho designato così. La musica è più lenta, dolce». «A me è piaciuto tutto». «A me sembrava una ninna-nanna». «C’era molto silenzio nel secondo disegno, nella seconda parte della musica. Perché erano incassa. magari fuori c’era la neve, c’era la pioggia, c’era la tempesta. Invece adesso sono in casa e allora è per quello che la musica è tranquilla. Perchè sono tutti felici, sono tutti al calduccio».

Ma cosa vi è piaciuto di più?

«A me l’inizio… perché non pensavo che era così piano». «A me è piaciuto la terza parte, invece, perché era la più movimentata». «E’ quando arriva la tempesta di neve. C’era il vento fortissimo. Il freddo. I piedi e i denti ghiacciati». Anche a me l’inizio». «Io una cosa che non ho capita è questa: perché sono usciti di nuovo di casa quando stavano così bene in casa?» «Non poteva. Anche perché c’era il coronavirus». «Ma no, non c’era! Io non lo so perché loro sono così poco furbi che vanno a Venezia». «Io non ho capito bene una cosa: Ma se stavano così bene, poi si sono lasciati, restavano bene al calduccio, poi hanno deciso ancora di uscire». «Era tutto bello!» «Che poi magari c’era già buio. Perché in Inverno è sempre così, le giornate diventano sempre più corte».

Cosa vi ha fatto venire in mente il secondo pezzo del concerto?

«Una mamma che lava i capelli al suo bambino e gli dice delle cose del ci nell’orecchio». «Per me la musica era noiosa, troppo lenta, troppo…. A me ha annoiato. io non vedevo l’ora che finiva». «Io a due innamorati» «A me il caldo del fuoco». «A me un bambino vicino al camino che si addormenta». «Secondo me, di tutti e tre, il primo pezzo.» «A me è piaciuto tutto, tutti e tre i pezzi, però non mi ha fatto venire in mente niente: solo… solo la musica che suonavano». «Anche perché tanti anni fa c’erano meno bambini e scuole e tutto e forse no e neppure gli strumenti».