Ieri abbiamo letto e ascoltato la registrazione dell’intervista impossibile all’uomo di Neanderthal. Ricordate chi l’ha fatta e come era? Mi dite se vi è piaciuta?

«L’intervistatore mi ricordo che era Italo Calvino, lo scrittore che ha il nome della nostra scuola. Però adesso è morto». «Sì, perché è lui che ha fatto l’intervista all’uomo di Neanderthal. Però è un’intervista finta. Perché è lui che ha fatto le domande ma anche le risposte all’uomo di Neanderthal». «Mi ricordo che parlava di un orso». «Mi ha fatto ridere perché l’uomo di Neanderthal, poi, non aveva ancora imparato a parlare molto bene, non sapeva ancora molto bene il linguaggio, era come un bambino piccolo che sta imparando a parlare, allora faceva degli errori che facevano un po’ ridere». «E’ vero, sbagliava le parole come i bambini piccoli che stanno imparando a parlare». «A me è piaciuto quando diceva che mangiavano la coscia dell’orso tutti i suoi figli e i suoi parenti e dopo mangiava lui. Perché aveva un sacco di figli».

Ma avete capito perché è un’intervista impossibile?

«Perché non è vera. Italo Calvino non lo ha intervistato veramente». «Perché Italo Calvino era uno scrittore e allora ha scritto lui le risposte dell’uomo di Neanderthal. Però, anche se lui era uno scrittore e poteva scrivere bene le risposte, le ha scritte male per far capire a tutti che l’uomo di Neanderthal non conosceva ancora bene il linguaggio, non sapeva ancora parlare bene, era un po’ imbranato e per me anche un po’ tonto, perché a me sembrava proprio un po’ tonto». «A me ha fatto molto ridere questa intervista impossibile e mi piacerebbe fare la scenetta ancora una volta». «Perché quando era vissuto Italo Calvino lì’uomo di Neanderthal non c’era più. Era già morto. Dopo però è morto anche Italo Calvino». «Perché loro due sono vissuti in epoche molto diverse, molto lontane. Italo è appena morto, Neanderthal invece è morto un sacco di miliardi di milioni di secoli fa». «Però per fare la scenetta devi imparare a leggere bene, altrimenti gli altri si annoiano ad ascoltarti. Sei troppo lento a leggere». «Oppure devi imparare tutte le domande o tutte le risposte a memoria». «Io nella scenetta ho fatto l’intervistatrice, ma vorrei fare l’uomo di Neanderthal».

Ma a casa non avevo detto di allenarvi a leggerla con il vostro papà o la vostra mamma? L’avete fatto? Mi dite come è andata?

«A me ha letto il papà Lui faceva l’intervistatore e io l’uomo di Neanderthal. E’ stato bravo, mio papà».»Io con mia sorella che faceva l’uomo di Neanderthal anche se è una femmina. Ci siamo divertite». «Io l’ho letta da solo, prima faceva la parte di Italo Calvino e poi l’altra, quella di nefande, perché io ero da solo, ieri, i miei genitori erano a lavorare e dopo erano stanchi perché era notte e io dovevo andare a letto». «Invece io l’ho letta con mia mamma che faceva l’uomo di Neanderthal». «Anche io l’ho fatto leggere a mio papà La prima volta io ho fatto l’uomo primitivo e lui l’intervistatore. Dopo io ho fatto l’intervistatore e lui ha fatto l’uomo di Neanderthal e ha fatto ridere tutta la famiglia, soprattutto mia mamma, non smetteva più di ridere». «Io ho fatto le prove con mia sorella e lei faceva l’intervistatrice e io facevo l’uomo primitivo e i nostri genitori facevano il pubblico e alla fine della recita ci hanno applaudito. Anche se veramente non era proprio una recita ma era una lettura, perché noi leggevamo, non sapevamo tutta l’intervista a memoria come sanno fare gli attori veri».

Cosa vi è piaciuto di più di questa intervista?

«Credevo che lui era l’uomo di Neanderthal veramente perché parlava proprio come un uomo primitivo Italo Calvino è stato bravo a scrivere la sua voce, a immaginarsela. Mi fa piacere che la nostra scuola si chiama proprio Italo Calvino». «Mi è piaciuto che Italo Calvino chiamava Neander l’uomo di Neanderthal perché era come un soprannome». «Mi ha fatto ridere il suo modo di sbagliare le parole». «Mi faceva ridere quando faceva dei versi». «Mi sono divertito a fare il compito a casa con mio padre perché è più bello fare i compiti insieme a mio papà invece che da solo o con la mamma, sempre con la mamma». «Mia mamma ha detto che si è divertita anche lei a fare quel compito». «Mia mamma ha detto che non sapeva che Italo Calvino aveva fatto questa intervista impossibile e gli è piaciuta. Anche perché Italo Calvino è lo scrittore della nostra scuola».