Sulle sillabe
I bambini ci parlano La rubrica settimanale di Giuseppe Caliceti
I bambini ci parlano La rubrica settimanale di Giuseppe Caliceti
Abbiamo studiato le sillabe. La divisione in sillabe delle parole. Chi mi sa dire cosa sono?
«Sono delle parti delle parole, non tutta la parola. Solo una parte o due». «Sono come i vagoni di un tipo di un treno, che poi il treno sarebbe la parola tutta intera. La prima sillaba della parola è la locomotiva». «Dentro le sillabe ci sono sempre delle vocali. Però solo una. O due. Però non possono esserci delle sillabe senza parola. Cioè, senza vocali». «Ci possono essere delle parole con uno, due, tre quattro, cinque, sei, sette sillabe. E forse anche di più». «Se dico “blu” c’è solo una sillaba. Invece se dico “ca-ne” ci sono due sillabe».
A cosa ci serve dividere in sillabe le parole?
«A niente. E’ un gioco». «Per contare le sillabe che ci sono dentro le parole, perché le parole non sono sempre uguali». «A me piacciono le parole con tre sillabe». «Ma no, perché se tu devi scrivere sul quaderno e ormai hai finito la riga mentre stai scrivendo una parola, tu non puoi andare a capo quando vuoi tu, devi andare a capo con le sillabe divise giuste. Per esempio, la letterina S va sempre a capo». «A me piace dividere le sillabe con le parole perché si battono le mani». «Se dividi le parole in sillabe impari a leggere meglio». «Mi piace imparare le sillabe perché poi, se tu impari le sillabe e le metti insieme, dopo si ricostruiscono le parole. Perché le sillabe sono come i mattoncini del lego, le puoi costruire o costruire». «Se fai una parola lunghissima, con tantissime sillabe, è un po’ come fare una torre altissima». «Più una parola è lunga, più ci sono delle sillabe dentro la parola. Delle sillabe e anche delle letterine».
Avete capito perché abbiamo usato le mani, il battito delle mani, per dividere le parole in sillabe?
«Perché ogni volta che c’è una sillaba diversa, noi battiamo le mai per fare una musica». «Perché se battiamo le mani è come tagliare le parole in sillabe». «A me piace battere le mani perché è come un applauso». «Però battere le mani insieme non è facile, perché siamo troppi in una classe». «Allora anche leggere tutti insieme non è facile, non si capisce niente». «Noi abbiamo diviso in sillabe le parole per dividerle quando bisogna andare a capo nella riga e poi anche per fare musica con i ritmi delle mani e dei piedi».
Mi spiegate cosa è un ritmo?
«Un rumore». «Uno che batte le mani prima forte e poi piano». «Sono le volte che batti». «Sono quante volte batti le mani. Se ci sono molte sillabe, batti le mani tante volte». «Ci sono delle parole che io non so cosa vogliono dire». «Lo devi chiedere al maestro. O alla mamma». «Un rimo è come… è come se io faccio dei rumori sempre uguali con i piedi o con le mani». «Se io faccio un colpo forte e due piano, poi ancora un colpo forte e due piano e insomma, se faccio sempre così, dopo quello è un ritmo». «E’ come una ripetizione di un suono».
Ma avete capito cosa c’entrano i ritmi con i suoni e soprattutto con le sillabe e con le parole?
«Perché anche le parole sono come una musica». «Perché se una parola ha cinque sillabe, allora ci sono cinque ritmi». «No, cinque colpi». «E’ la stessa cosa». «No». «I ritmi delle parole sono le vocali». «Perché quando leggi devi andare a ritmo, non puoi leggere come ti pare».
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