Da diversi anni la città di Arona, sulla riva occidentale del lago Maggiore, ha scoperto una sua vocazione teatrale. Che produce una serie di esperienze e attrattive (dalla formazione di un nuovo pubblico curandolo fin dall’infanzia, all’intrattenimento di qualità per la moltitudine di turisti che la frequentano), e che culmina dal 2011 in un vero e proprio festival annuale di «Teatro sull’acqua», con qualche affinità di sentimento e di intenti con realtà pure molto diverse, dal lago di Costanza alle celebri Marionette sull’acqua di Hanoi. Quasi a smentire quellla Katchen di Kleist che, per motivi di sicurezza, Luca Ronconi non riuscì a portare a compimento sul lago di Zurigo nel 1972: l’altissima torre d’acciaio ideata da Arnaldo Pomodoro si abbatté infatti ingloriosamente nelle acque lacustri poco prima del debutto.
AD ARONA quello che si anima ogni sera sulle onde del lago, crea una grandiosa immagine «di copertina», ma in realtà tutta la cittadina la scorsa settimana è stata percorsa da parate, teatro di strada, incontri con la poesia (da Vivian Lamarque a Mariangela Gualtieri) e con gli scrittori (da Michela Marzano a Antonio Scurati in un trionfo di attenzione e successo per la sua impietosa biografia di M. Il figlio del secolo che tanto ha rischiato di riproporsi in questi mesi scorsi). E poi spettacoli in senso proprio, anche se non convenzionali, dentro location di clamorosa bellezza come ville e palazzi legati al retaggio della famiglia Borromeo, perché qui nacque il mitico San Carlo, vero genius loci di questa riviera. Bellissimo il contrasto di villa Ponti con Mi abbatto e son felice, godibile racconto «a emissioni zero» di Daniele Ronco sulle perversioni del consumismo, esclusivamente assistito dalla dinamo della bici che inforcava. Il festival, che porta la garanzia intellettuale di Dacia Maraini e il fervore organizzativo di Luca Petruzzelli, può contare così su un pubblico e una risposta davvero totali da parte della città e dei suoi ospiti (anche molti stranieri). La scrittrice conduce in prima persona gli incontri con scrittori e poeti, dentro una cornice che dal mattino a notte offre immagini ed emozioni da vedere e vivere, con la collaborazione cospicua di volontariato giovane e giovanissimo.
TUTTI INSIEME, le sere dopo il tramonto, a dare vita a quella Concertazione per elementi che è il piatto forte della programmazione di quest’anno. Realizzato da Sara Maimone in collaborazione con Festi Group, è una cavalcata di immagini, a tratti mozzafiato, che danno corpo sul pelo dell’acqua a suggestioni e visioni, danze e acrobazie. I quattro elementi dei presocratici, aria acqua terra e fuoco, vengono suggeriti dall’unica voce recitante sui testi di Borges, Emily Dickinson, Gibran e Bergeret, ma sono le immagini a conquistare, e a far accettare qualche incongruenza (dall’assenza di una drammaturgia unificante alle docce che ripetutamente innaffiano, causa ventate impreviste, gli spettatori delle prime file). Ma anche se i danzatori sono emozionati da quella esperienza extra-ordinaria, il muoversi di luci e strumenti su quei silenziosi e minuscoli catamarani il suo brivido lo dà, e anche il suggerimento di un mondo altro, probabilmente migliore.