In queste settimane, per il progetto scientifico della nostra scuola, nella nostra classe sono venuti due esperti a parlarci di api. Mi raccontate con parole vostre quello che vi ricordate e avete capito?
«A me il primo esperto non piaceva, era troppo borioso. Invece la seconda esperta era più simpatica perché era una ragazza». «Perché tu sei una femmina e allora dici così». «No, è vero. Lui era un po’ lento a parlare. Poi usava delle parole difficili. Se chiedevi cosa voleva dire quella parola difficile, lui ti rispondeva con parole ancora più difficili». «Ci ha fatto vedere il video sui fiori e le api- L’impollinazione. Il vento. Il video che abbiamo visto era come un documentario. Mi sembra di averlo visto anche in tv una volta». «A me è piaciuto vedere l’alveare da dentro». «Anche per me il primo incontro è stato una borsa perché lui si vedeva che non era capace di parlare a dei bambini. Infatti, insegna all’università di Modena e Reggio Emilia». «A me poi le api non piacciono neppure perché ti pungono». «Io mi ricordo che una volta, lo scorso anno, è entrata nella nostra aula un’ape vera e tutti ci siamo alzati dai banchi, c’era una confusione terribile, avevamo paura» .«Non voleva uscire dalle finestre». «Invece a me piacciono molto, le api. Sia per il colore sia perché sono simpatiche». «Sono degli insetti». «L’esperto ci ha spiegato che volano molto veloci». «Poi sono loro a fare i frutti degli alberi. I fiori e i frutti. Senza di loro… Senza di loro i fiori e i frutti non ci sarebbero. Perché quella è l’impollinazione, poi. Che c’è il polline volante. E loro lo portano in giro».

A un certo punto l’esperto ha detto che uno scienziato che adesso è morto, Einstein, un giorno ha detto: «Se le api morissero, gli uomini avrebbero solo quattro anni di vita e poi morirebbero tutti».
«Sì, anche io mi ricordo. Ecco, questa osa io non la ho capita». «Io non ho capito neppure chi era Einstein». «Ma sì! Quello che ci fanno anche la pubblicità alla tv del supermercato! Con i capelli bianchi! La parrucca! I baffi!» «Quella dove c’è il bambino che alla fine fa la linguaccia?» «Sì, proprio quello». «Io non ho capito neppure cosa fa. Perché fa la linguaccia?» «Neanche io». «Io non ho capito neppure perché tutti per ore l spesa si travestono con i capelli bianchi…. Anche i bambini…» «A me quella frase che ha detto l’esperto sì, l’ho sentita, me la ricordo, ma non ci credo. Insomma, non ho capito perché. Le api sono le api, gli umani sono gli umani». «Forse perché senza le api non ci sono più i fiori e i frutti?» «Vabbè, ma gli uomini magari non mangiano più i frutti, ma mangiano delle altre cose». «E i fiori invece non si mangiano». «Forse l’esperto si è sbagliato». «Oppure… Oppure non è una cosa vera». «Oppure non si è spiegato bene… Noi non abbiamo capito bene… Forse era una cosa troppo difficile da capire… Infatti anche quando io gli ho chiesto di spiegarla meglio, dopo che lui l’ha spiegata, io ci capivo ancora meno». «Per me non è una cosa vera. Mio padre mi ha spiegato che ce ne sono molte. Soprattutto in inglese. Si dice fake». «Per me le api non muoiono. Anche se hanno il pungiglione e possono pungere, a me piacciono…»

Avete detto che avete preferito il secondo incontro con la ragazza… Perché?
«Era più simpatica, più giovane» Perché parlava con parole più facili». «A me il miele non piace tanto perché è troppo dolce. Io preferisco le cose salate». «Mia mamma mi mette il miele nel latte invece dello zucchero, delle volte. Soprattutto quando ho la tosse o male alla gola». «Era più bello con lei perché ci ha parlato della fattoria didattica che ha fatto con le sue amiche a Codemondo, qui vicino». «Sì, l’alveare, l’ape regina, come si fa a fare il miele e a prenderlo». «Poi i vari tipi di miele. Perché dipende dalle api, il miele, ma anche dai fiori». «Poi perché ci ha dato a ognuno di noi un piccolo vasetti di miele e lo abbiamo assaggiato ed era buonissimo. E poi lo abbiamo portato a casa». «Buonissimo!» «A me non piace». «Io con mio padre e mia mamma sabato o domenica andiamo alla fattoria didattica a comprare dell’altro miele». «Anche io e la mia famiglia ci andiamo».