Sull’asilo
I bambini ci parlano La rubrica settimanale di Giuseppe Caliceti
I bambini ci parlano La rubrica settimanale di Giuseppe Caliceti
Ieri mattina sono venuti a trovarci qui a scuola i bambini e le bambine dell’asilo parrocchiale San Vincenzo e dell’asilo comunale Rodari. Avete capito perché sono venuti?
«Perché loro, il prossimo anno, saranno in classe Prima. Noi, invece, che adesso siamo in Prima, saremo in classe Seconda». «Però c’erano tanti bambini e non ci stanno tutti in una classe e allora ci saranno due classi Prime». «Loro sono venuti qui per vedere come è la scuola elementare perché non l’avevano mai vista». «Forse sono venuti perché loro, quando vengono, vogliono sapere dove è il bagno per fare la pipì». «Per me sono venuti per conoscere un po’ noi e gli altri bambini della nostra scuola, così quando loro vengono qui, loro, a Settembre, quando vengono, hanno già un po’ di amici». «Io quattro li conoscevo già perché anche io, prima di venire a scuola, andavo al Rodari. Loro facevano parte della classe dei mezzani».
Ci sono altri bambini che conoscevano già alcuni di questi bambini? Dove li avevate conosciuti?
«Io conoscevo Andrea. Perché lui è mio cugino». «Io conoscevo Lucia perché Lucia è una mia compagna di casa. Cioè, abitiamo nella stessa casa, ma non nello stesso appartamento». «Io conoscevo già mia sorella». «Io ne avevo conosciuti due all’asilo perché venivano al San Vincenzo con me». «Anche io conoscevo le maestre della San Vincenzo». «Per me loro sono venutti per incontrarci».
Cosa abbiamo fatto insieme ieri?
«Prima loro sono venuti, poi ci siamo messi in cerchio e abbiamo detto tutti i nostri nomi». «Io i bambini del Rodari li conoscevo tutti! Io sapevo anche il loro nome! Anche delle femmine!». «Noi abbiamo detto prima i nostri nomi e dopo abbiamo detto se li conoscevamo». «Abbiamo risposto alle loro domande». «Ci hanno chiesto se in questa scuola si sta bene». «Ci hanno chiesto le differenze tra l’asilo e questa scuola. Per esempio che qui non si dorme dopo la mensa, invece all’asilo sì». «Ci hanno chiesto se le maestre sono severe e se danno le punizioni e quali sono delle punizioni». «Mi ricordo che hanno chiesto anche cosa si studia in questa scuola, cosa si impara. Però volevano sapere soprattutto se si giocava». «A me è piaciuto quando siamo andati in cortile a giocare tutti insieme». «Prima di giocare abbiamo mangiato. Le maestre dell’asilo avevano portato una torta e dei biscotti, la maestra Patty invece aveva preso lo gnocco». «Dopo che abbiamo mangiato e bevuto abbiamo giocato nel cortile un sacco di tempo». «Per noi non potevamo giocare con chi volevamo, dovevamo fare l’accoglienza».
Cosa vuol dire che dovevate fare l’accoglienza? Cosa vuol dire accoglienza?
«Vuol dire che noi dovevamo giocare con loro, non solo tra noi di prima». «Vuol dire che noi dovevamo parlare con loro, ridere, scherzare, fargli vedere le cose migliori della scuola, non le peggiori. Perché altrimenti loro, dopo, in Settembre, non vogliono venire qui a scuola». «Vuol dire che tu devi essere gentile con loro, simpatico. Per esempio gli puoi chiedere: che gioco vuoi fare? Oppure: Vuoi che facciamo insieme un gioco? E poi si gioca insieme a loro». «Vuol dire che se uno di loro ha la pipì, lo accompagni in bagno». «Per me l’accoglienza è una cosa bella, non brutta. E’ quando fai compagnia a un bambino nuovo, un bambino dell’asilo».
E dopo cosa è successo?
«Dopo abbiamo fatto vedere ai bambini dell’asilo tutte le stanze della scuola: le aule, il laboratorio, l’aula informatica, la palestra». «Io ho visto che la palestra gli è piaciuta moltissimo!».
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