Sverige ska bli bra igen (la Svezia tornerà ad essere buona). Questo è lo slogan con il quale i Democratici svedesi (Sverigedemokratrerna) hanno riempito il paese scandinavo di manifesti 6×3 per la campagna elettorale che si concluderà domenica prossima con il voto per il Riksdagen (il parlamento svedese).

Il messaggio riprende il più famoso Make America Great Again di trumpiana memoria. A richiamarlo è un partito che conduce da anni campagne xenofobe e razziste contro i migranti, i richiedenti asilo, descrive il paese scandinavo in mano a orde di criminali e di baby gang e vede, quasi ogni settiamana, i propri dirigenti e amministratori coinvolti in scandali per i legami, passati e presenti, con gruppi dell’estrema destra dichiaratamente neo nazisti come l´Nmr (movimento di resistenza nordica).

I “DEMOCRATICI SVEDESI” sono una formazione politica nata nel 1988 tramite l’unificazione di varie forze della galassia dell’estrema destra con l’obiettivo di contrastare «l’immigrazione e l’islamizzazione della Svezia». Per circa 10 anni il partito ha raccolto percentuali al di sotto dello sbarramento del 4% ma nel 2010 riuscì a entrare, con 20 deputati e quasi il 6% dei consensi, in parlamento. Da allora l’ascesa è stata progressiva e, ad ogni elezione successiva, il partito ha raddoppiato i consensi fino ad arrivare al 17,5% nel 2018.

Da circa un mese i sondaggi, pubblicati quotidianamente dalla tv di stato Svt, attestano la formazione guidata dal giovane tribuno Jimmie Åkesson di percentuali sopra il 20%, collocandoli, di fatto, come secondo partito dopo i socialdemocratici della premier Magdalena Andersson e primo nelle intenzioni di voto tra i partiti del centro destra. La formazione è affiliata all`Ecr, i conservatori europei guidati da Giorgia Meloni. Le analogie tra i “Democratici svedesi” e i Fratelli italiani sono molteplici come, anche, quelle con Matteo Salvini: dalle campagne contro migranti e Islam, al nazionalismo anti Ue fino ai rapporti sia con la destra Usa che con quella russa.

Venerdí scorso, in un’apposita conferenza stampa, i socialdemocratici hanno accusato Åkesson di essere una minaccia per la sicurezza dello Stato per presunti legami con il Cremlino dopo che, lo scorso marzo, il leader dei “Democratici svedesi” aveva risposto a una giornalista dichiarando di «non saper scegliere tra Biden e Putin» in merito al conflitto ucraino.

SEPPUR LE ACCUSE SEMBRINO deboli (anche per la loro posizione pro Nato che archivia la storica neutralità del paese, tema sparito dal dibattito elettorale) la preoccupazione di un sorpasso a destra da parte dei “Sverigedemokratrerna” ai danni dei conservatori di “Moderaterna” agita la politica a Stoccolma. Il mix di populismo e di nazionalismo di Åkesson che da diversi mesi pesca sia nell´elettorato conservatore che in quello socialdemocratico, stanno portando entrambi i partiti, in modo diverso, a trovare strategia di contenimento.

SE LE URNE DI DOMENICA dovessero confermare i sondaggi di questi giorni con l’estrema destra sopra il 20% e una potenziale maggioranza di centro destra, in molti si domandano come poter fermare la possibile premership di Åkesson. Per questo i partiti di centro sinistra stanno accusando gli avversari (dai conservatori ai liberali fino ai cristiano democratici) di essersi dichiarati disponibili a sostenere un governo con “Sverigedemokratrerna”, un tabú infranto, impensabile fino a pochi mesi fa.

La riunione straordinaria del parlamento svedese indetta ieri dalla premier Andersson per discutere misure urgenti contro gli effetti degli aumenti energetici aveva proprio questo scopo: affermare i socialdemocratici come unica alternativa credibile per i problemi della Svezia.