Che, anche solo per ipotesi, si ricominci a parlare di didattica a distanza, per il terzo anno scolastico consecutivo, è gravissimo; sarebbe il fallimento di un Paese di fronte alle nuove generazioni, per quello che si doveva fare e non si è fatto, per cui c’era il tempo e ci sono i soldi, dentro e fuori il Pnrr. Ribadisco subito due cose: la didattica a distanza è stata una soluzione d’emergenza (utile e inevitabile) nel primo lockdown, ma già nell’autunno scorso bisognava evitare di tornarci; non è un modello sostitutivo dell’unica scuola e dell’unica università, quella delle persone e della...