Avete capito la differenza tra Did e Dad? Cosa vi piace di più?

«Nessuna. A me piace quando veniamo a scuola normalmente, non quando veniamo a scuola senza venire a scuola. Cioè, che poi a scuola non ci veniamo neanche». «Io ho capito che la DiD è quando un po’ di alunni sono a casa e seguono la lezione con il computer. Un po’ invece sono a scuola. Però va sempre a finire che c’è molta confusione. Stai meno attento. A me viene da parlare e da guardare i miei amici sullo schermo, non i miei compagni a scuola». «Poi se tu leggi in classe, loro non sentono bene, a casa. Devi rileggere, rileggere, rileggere. Certe volte salta il collegamento». «Sì, la linea è debole perché tutte le classi usano la stessa linea di telefono, di internet». «Per farti sentire da loro che sono a casa, tu devi quasi urlare». «Anche a me non piacciono queste lezioni con internet perché poi, per me, se non vai a scuola, quella non è la scuola. Come fa a essere la scuola se non ci vai?». «Io quando abbiamo fatto la Did e la Dad ero a casa da scuola e mi mettevo le mani tra i capelli perché a me non piace far vedere come è fatta la mia casa. Non ,mi piace quando devo usare la telecamera».

«E’ vero. Poi c’era sempre mia madre o mio padre che mi guardavano. Di solito mia madre. E a me non piace. Perché se tu sei a casa e sbagli, magari tua madre ci sta troppo male. Non pensa che io posso anche sbagliare, delle volte. Invece a me piace anche sbagliare. E’ normale se io sbaglio, perché sono a scuola proprio per imparare. Poi anche tu, maestro, un giorno che non mi ricordo lo hai detto: hai detto che si può sbagliare per imparare, che se non sbagli mai non impari mai». «No, ha detto che se noi sapevamo già tutto, lui non sapeva più cosa insegnarci e non aveva più il lavoro, non poteva più fare il maestro».

«Anche a me non piaceva mia madre sempre dietro di me. Se non leggevo bene la lettura, sentivo che faceva dei respiri e poi, alle domande, mi suggeriva. A me non mi piaceva, se mi suggeriva. Anche se la risposta era giusta. Cioè, se a scuola io suggerisco a un mio compagno una risposta, va bene. O se lui la suggerisce a me, è normale. A me non dà fastidio. Ma se la suggerisce mia madre, non mi va. Non so perché». «Io ho capito che la Dad è quando ci sono troppi malati di Covid in una classe e allora tutta la classe sta a casa e fa lezione col computer. mentre i maestri sono a scuola sempre con il computer. Però non c’è la mensa. Poi non c’è la cosa più importante: che tu puoi giocare e parlare con i tuoi amici. Invece la DiD è che un po’ siamo a scuola e un altro po’ ci guarda col computer mentre siamo a scuola. Perché a scuola ci stanno i malati di Covid, mi pare». «Io ho fatto il vaccino». «Io il tampone. Sono negativo. Vuol dire che non sono malato».

«Certe volte parlavo nella chat, ci scrivevo, ma non si può parlare bene nella chat. Poi anche quando finisce la lezione, tu non puoi restare nell’aula virtuale a parlare con i tuoi amici perché i maestri la chiudono. Perché i genitori e i maestri pensano che dopo, da soli, quando non ci sono più lezioni, noi diciamo delle parolacce o robe del genere». «A me la scuola senza andare a scuola fa schifo». «A me piace, sto a letto di più al mattino». «A me no perché non fai ginnastica».

«A me non piace perché poi al computer fai la scuola solo due o tre ore al giorno, lì davanti al computer, perché dopo ti vengono a far male gli occhi. Invece.. Invece quando siamo nella scuola normale, quando andiamo a scuola, la scuola vera, non mi fanno male agli occhi e mi diverto di più». «Io preferisco stare otto ore a scuola che tre ore al computer, per fare la scuola». «Io a casa mi annoiavo tantissimo. Poi stare attenti con il computer è più difficile». «A me non piaceva fare vedere la mia faccia sul computer, era per quello che parlavo e basta senza farmi vedere». «A me non piace questo tipo di scuola del covid perché poi col computer non c’erano a lezione tutti quanti i bambini della nostra classe». «A me, se devo usare il tablet, piace più fare dei giochi o guardare altre cose, piuttosto che seguire la lezione al computer». «Certe volte la voce scompariva». Poi fischiava. Bisogna sempre tenere i microfoni chiusi altrimenti fischia tutto. Bisogna stare quasi sempre zitti». «Neppure spedirti dei bigliettini».