Sulla Costituzione/4
I bambini ci parlano La rubrica settimanale di Giuseppe Caliceti
I bambini ci parlano La rubrica settimanale di Giuseppe Caliceti
Oggi terminiamo di commentare quelle regole scritte dal maestro Mario Lodi sulla scuola. Pronti? Parto con la prima della giornata: Tutti i bambini possono andare a scuola.
«Beh, sì, vuol dire che nessuno può stare a casa da scuola, nessun bambino». «Vuol dire che tutti i bambini sono obbligati ad andarci». «Vuol dire che nessuno è perfetto». «Questa regola vuol dire che a scuola bisogna aiutare tutti, perché tutti prima o poi hanno bisogno di aiuto». «Per me questa regola vuol dire che se un bambino abita lontano dalla scuola e i suoi genitori non possono accompagnarlo a scuola perché vanno a lavorare presto, ci deve essere un pulmino che porta il bambino a scuola». «Vuol dire che nessuno può dire a un bambino che non può entrare in una scuola». «Vuol dire che non può non andarci».
Altra regola da commentare: È un diritto di tutti avere medicine per curarsi. Il silenzio a casa e a scuola fa star bene; anche muoversi, fare sport, stare con gli amici, avere una famiglia, mangiare sano aiuta a star bene.
«Vuol dire che i bambini non possono non andare dal dottore». Per me questa regola vuol dire che a scuola non si può sempre stare seduti ma ogni tanto bisogna anche alzarsi. E ogni bambina o bambino è libero di correre». «Vuol dire che nessun bambino deve stare male». «La regola, per me, dice che se un bambino si ammala, qualcuno deve dargli le medicine giuste per guarire, deve dargli da bere e da mangiare cose genuine perché altrimenti si può ammalare, per esempio con il latte scaduto». «Vuol dire che ogni tanto i genitori devono invitare a casa gli amici e le amiche dei figli. E devono anche far andare il loro figlio o la loro figlia a casa dei suoi amici o delle sue amiche, certe volte». «Vuol dire che i bambini possono stare anche da soli tra loro. E devono fare lo sport che piace di più a loro, non ai genitori».
Passo a un’altra regola: A scuola si vota per decidere i giochi da fare, per tutti gli incarichi scolastici da svolgere, per stabilire quali sono i comportamenti corretti, comunque per fare delle scelte.
«Ah, ho capito! Questa regola è… Vuol dire che per sapere chi deve fare il capogruppo, si fanno le votazioni e fa il capogruppo chi ha più voti». «E se due hanno gli stessi voti, si può fare pari o dispari e vedere chi vince». «Per me vuol dire che a scuola decidono tutti, maschi e femmine, maestre e bidelle. Insomma, tutti tranne i bambini». «Per me vuol dire anche che alla ricreazione non decide il maestro o la maestra il gioco da fare, ma tutta la classe insieme. E se non si trova un gioco che va bene per tutti, allora vince la maggioranza». «Oppure i maschi fanno un gioco e le femmine un altro». «Oppure il maestro si arrabbia e decide lui per tutti perché non siamo stati capaci di metterci d’accordo». «La regola dice che un bambino che vuole comandare sempre lui, insomma, gli altri bambini possono dire che non giocano più con lui, così lui resta solo. E dopo, se lui vuole giocare, alla fine viene a chiedere se può giocare con loro e loro gli dicono che lo fanno giocare solo se lui non vuole più comandare. Allora, a lui la scelta. Forse subito non vuole, ma alla fine per me capisce».
Ma per voi è giusto scegliere sempre quello che decide la maggioranza?
«Per me sì, altrimenti è un inganno». «Per me sì». «Anche per me». «Per me no, perchè se tutti vogliono fare una cosa brutta, tipo rubare, è sempre una cosa brutta anche se la vogliono fare tutti». «Per me, per i giochi, bisogna scegliere un gioco che va bene per tutti». «Per me è giusto scegliere quello che decide la maggioranza dei bambini, però delle volte mi piacerebbe che si sceglie anche quello che decidono quelli che sono in meno: così, secondo me, sarebbe ancora più giusto perché non ci rimane male nessuno».
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