All’origine del film di Cedric Le Gallo e Maxime Govare il cui titolo orginale, Crevettes pailletées, rimanda assai più al racconto che l’italiano Gamberetti per tutti, c’è l’esperienza vissuta di uno dei registi, Le Gallo, giocatore in una squadra di pallanuoto fino al 2012 con la quale ha partecipato ai Gay Games che fanno da sfondo al film. L’impatto con questo sport, come ha raccontato spesso, gli ha cambiato la vita: «Non mi aspettavo nulla di speciale e invece è stato un colpo di fulmine. Ho trovato dei compagni meravigliosi con cui tutto era possibile, divertirsi, danzare, fare cose pazze, essere stravaganti o seriosissimi. Fino a quel momento ero stato traumatizzato dallo sport, per chi è gay lo spogliatoio è un’esperienza sempre molto aggressiva. E invece ho scoperto che poteva essere diverso».

IL FILM  dunque comincia da qui, modulato su una scrittura decisamente di commedia affronta questioni serie e importanti senza enfasi, predilige l’umorismo, i toni leggeri, sceglie schemi consolidati che spande qua e là.

E sin dall’incipit: un campione del nuoto mondiale (Nicolas Gob) si lascia scappare un insulto omofobo davanti alle telecamere, perciò viene sanzionato e mandato a allenare una squadra di pallanuoto gay con due obiettivi: alzarne il tono di gioco parecchio opaco – le paillettes rimandano più al brio festaiolo del gruppo – e qualificarla ai Gay Games che si svolgeranno in Croazia.

Il resto è abbastanza prevedibile – gli opposti e contrari che finiscono per piacersi – ma in quello che è appunto il meccanismo base della commedia i due registi inseriscono il «genere» fabbricando una galleria di tipi che va dall’attivista di Act Up alla persona trans con look estremissimi, dal ragazzetto timido all ‘omosessuale padre di famiglia, tutti molto simpatici, grazie anche alla giustezza degli interpreti, e capaci maliziosamente di scombussolare le piste definite. È proprio in questi contrasti tra le apparenze, una superfice più riconoscibile e improvvise sorprese, l’aspetto riuscito del film, che come i suoi «gamberetti» nuota tra gli stereotipi per scomporli o giocarci con la comicità.

E ANCHE se con un po’ troppe «buone intenzioni», Gamberetti per tutti – in Francia successo di incassi, qui uscito con ritardo per la pandemia – riesce nel suo intento. Sul bus dove viaggiano, citazione (o omaggio) di Priscilla la regina del deserto si sciolgono i pregiudizi del protagonista, che sarà capace finalmente di comprendere il senso delle differenze e la loro importanza. Come dovrebbe essere per tutti.